Meningite a Roma: deceduto un 50enne
Grave caso di meningite a Roma. I casi di meningite in Italia non si sono fermati con la fine dell’anno. Anzi, dal 31 dicembre sono ben cinque le persone ricoverate in ospedale per sospetta o effettiva meningite.
Un uomo di cinquant’anni, originario di Alatri in Provincia di Frosinone, è deceduto ieri all’ospedale Umberto I di Roma, dove era ricoverato dal 31 dicembre. Tuttavia, secondo quanto si apprende da fonti sanitarie dell’ospedale, l’uomo ricoverato nel nosocomio romano, trasportato d’urgenza dall’ospedale di Alatri e che da giorni soffriva di febbre molto alta, era affetto da meningite da pneumococco, una forma assolutamente non contagiosa.
Lo stesso 31 Dicembre è stata ricoverata all’Umberto I anche una 14enne originaria di Palestrina, un paese vicino Roma. La meningite della ragazza, secondo il direttore del dipartimento di Medicina interna e malattie infettive Vincenzo Vullo, è causata da meningococco, ma «è in corso di tipizzazione», cioè bisogna ancora chiarire con certezza il tipo di meningococco che ne è all’origine. Le sue condizioni sono già migliorate, ma è subito scattata la profilassi per tutti i familiari che comunque non riescono a spiegare dove la ragazzina possa essersi contagiata visto che dal 20 Dicembre non andava a scuola e le sue uscite sono state apparentemente solo due.
Tre persone sono invece state ricoverate in Toscana. Il primo è il caso di una ventenne ricoverata al Santo Stefano di Prato la sera del 31 dicembre con diagnosi di meningite di tipo C; affetti da meningite di tipo B il secondo e il terzo caso: un 83enne di Venturina ricoverato a Livorno, attualmente in prognosi riservata, e un 55enne di Impruneta ricoverato al Santa Maria Annunziata di Firenze.
Altri due casi sono stati registrati a Genova e a Terni, ma, secondo quanto ribadito dal direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Gianni Rezza, non si tratta però di una ‘escalation’ e “non c’è una situazione di allarme”. Il direttore ha altresì ribadito l’importanza della vaccinazione come unica arma per prevenire o attenuare le conseguenze della malattia.