Nuovo caso di meningite in Italia: il rischio è alto

Nuovo caso di meningite in Italia. Se quello di Roma era un falso allarme, quello in Toscana è un caso a tutti gli effetti. Si tratta di meningite di tipo C: il ceppo infettivo. La vittima è stata un bambino di quasi due anni non vaccinato. Nell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze,  i medici hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma purtroppo il bimbo non ce l’ha fatta.

Con questo nuovo caso di meningite salgono salgono a 7 le morti da meningococco C nel 2016. Si tratta di un batterio parecchio aggressivo. Mercoledì l’assessore al Diritto alla salute Stefania Saccardi aveva annunciato le nuove misure per contrastare la diffusione del meningococco C. Prima tra tutte la modifica al calendario vaccinale che porta a tre le dosi di vaccino per i bambini: la prima fra il 15° e il 13° mese, la seconda tra 6 e 9 anni, la terza a 13 anni compiuti. “Sono profondamente addolorata per la morte di questo bambino. Proprio ieri, presentando le nuove misure della Regione contro il meningococco C, avevo ribadito l’importanza del vaccino, davvero l’unico mezzo per proteggersi dalla diffusione di questo batterio particolarmente aggressivo”.

Nel 2015 la copertura del vaccino contro la meningite è aumentata del 3,6%, a differenza di altri vaccini in forte calo (la polio, il tetano, l’epatite B), tuttavia partiva da dati più bassi. Fatto sta che un bambino su 4 in Italia non è vaccinato contro il meningococco C, principale causa della meningite pediatrica nel nostro paese. Il 76% di vaccinati entro i 24 mesi di età non basta: l’obiettivo fissato dal Piano nazionale di prevenzione fissa una soglia ottimale di copertura pari o superiore al 95%. È quella la cifra, secondo l’Oms, in grado di garantire quell'”immunità di gregge” che autmaticamente rende sicuri anche i pochi non vaccinati, ma qui siamo di fronte a due nuovo rischio meningite. Eppure il vaccino “coniugato” contro il meningococco C, prodotto alla fine degli anni ’90, ha dimostrato di essere efficace al 100%, con rarissimi casi di shock anafilattico.

Da regione a regione le percentuali cambiano nettamente: se in Toscana, luogo dell’ ultimo preoccupante focolaio, la copertura raggiunge il 90,85% (il dato più alto nella penisola), in Sicilia la percentuale crolla al 60,48%, mentre in Campania al 50,04. Ma molto bassi  sono anche Lazio con il 68,16%, Calabria (67,90%) e la provincia di Bolzano con un 63,12%. Invece, all’altra estremità della media si collocano , Valle d’Aosta (83,12 %), Lombardia (85,77 %) e Friuli (84,06 %). Il Piemonte registra la percentuale di copertura al 86,35 %. Al sud spicca, tra dati bassi, il picco positivo della Basilicata (85,83%). Il vaccino non è obbligatorio, ma raccomandato, ed è inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza: insomma, è gratis.

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