Il futuro dell’Unione europea nel 2017, tra immigrazione e minaccia del terrorismo
Il sito statunitense Bloomberg ha pubblicato la sua Guida pessimista per il 2017 (The Pessimist’s Guide to 2017) che, come spiega, non è una previsione di ciò che accadrà nel 2017 quanto, più che altro, cosa mostrerebbero i social media – twitter in particolare – se le cose volgessero al peggio nel panorama politico mondiale. È un’analisi potenzialmente realistica e a tratti divertente, ma volendo essere più concreti e circoscrivere l’attenzione entro i confini europei, cosa si prospetta per il futuro dell’Unione europea nel 2017?
Gli ultimi due attacchi terroristici sferrati in Europa a distanza di poche manciate di minuti, a Berlino e ad Ankara, sono giunti a coronazione di un anno terribile e hanno mostrato alla stessa maniera la moderna era del terrorismo, alimentata dal contraccolpo di ciò che sta avvenendo in Medio Oriente e dall’incapacità della comunità internazionale di agire concretamente. L’Europa, in particolare, ha dimostrato in più occasioni di essere in pessima forma: le divisioni politiche, il disincanto dell’opinione pubblica, la debolezza economica e la mancanza di una leadership forte delineano tutta la sua instabilità e vulnerabilità. L’indagine di Eurobarometro pubblicata a dicembre, senza alcuna sorpresa ci mostra come l’immigrazione (al primo posto) e il terrorismo (al secondo posto) continuino ad essere considerate come le sfide più importanti per il futuro dell’Unione europea nel 2017.
Dopo la Francia e il Belgio, ora che la minaccia del terrorismo è divenuta concreta anche per la Germania, il suo futuro appare quanto mai incerto. In molti indicano l’accoglienza che ha riservato ai richiedenti asilo provenienti dal Medio Oriente come la causa dell’ascesa di movimenti populisti di estrema destra. Come sostiene anche il New York Times, Angela Merkel si appresta ora ad affrontare quello che può essere considerato il più difficile passaggio dei suoi 11 anni al potere. L’attacco al cuore della Germania ha infatti reso la cancelliera ancora più vulnerabile in vista delle politiche del 2017. L’amara sconfitta elettorale alle elezioni di settembre, determinata proprio dalla scelta della Merkel di aprire le porte a migliaia di profughi, ha segnato l’avanzata del partito xenofobo ed euroscettico Alternativa per la Germania (AfD), sorto nel 2013, che in seguito all’attacco terroritstico a Berlino non ha perso tempo nel colpevolizzare la cancelliera, definendo le vittime «morti della Merkel». Gli effetti della minaccia del terrorismo sulla società tedesca segneranno la campagna elettorale della Merkel e di certo le prossime scelte sulle politiche di immigrazione.
L’incertezza caratterizza anche lo scenario politico della Francia, dove i sentimenti anti islamici sono già molto forti e dove un nuovo attacco terroristico potrebbe segnare l’irreversibile vittoria del Front National di Marine Le Pen. Simile reazione potrebbe aver luogo in Olanda, in cui gli elettori sceglieranno il loro nuovo governo a marzo e dove Geert Wilders, leader xenofobo della destra olandese, a capo del Partito per la libertà (PVV), è già in testa ai sondaggi. Mentre in Italia si tornerà presto alle urne, in Spagna non vi è ancora accordo su chi dovrebbe governare il paese, e in Gran Bretagna, Theresa May è divenuta primo ministro senza passare per il voto. L’Europa inoltre non può contare nemmeno sull’aiuto di Donald Trump, concentrato com’è sulle questioni americane. La Brexit ha gettato l’Unione nel caos proprio nel momento in cui avrebbe dovuto rendere più stabile l’eurozona, occuparsi della definizione di una politica europea in materia di immigrazione e asilo e della difesa europea contro la minaccia dell’Isis. Cosa si prospetta per il futuro dell’Unione europea nel 2017? Lo scopriremo presto, di sicuro, e vedremo come le questioni dell’immigrazione e del terrorismo influenzeranno il voto in tutta Europa e se, come sembra probabile, la condurranno a profondi e irreversibili cambiamenti.
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