Abolire il Jobs Act è questo l’obiettivo della CGIL che ha presentato tre proposte di referendum abrogativi e una iniziativa di legge popolare. Agli inizi di luglio scorso la CGIL ha depositato in Cassazione oltre 3 milioni di firme per per i tre referendum abrogativi. Poi a settembre ha presentato in Parlamento 1.150.000 firme a sostegno di una proposta di legge popolare chiamata “Carta dei diritti universali del lavoro” che sarebbe una nuova versione dello Statuto dei Lavoratori. I tre referendum abrogativi prendono di mira alcuni degli aspetti più problematici e controversi del Jobs Act. Il primo è diretto all’abolizione dei voucher cioè dei buoni con cui si può retribuire il cosiddetto lavoro accessorio o occasionale. Il secondo consiste nell’abrogare la riforma dell’art 18 dello Statuto dei Lavoratori, che nella situazione attuale non impone più al datore di reintegrare nel posto di lavoro il dipendente ingiustamente licenziato. Il terzo referendum riguarda l’abolizione dell’art 29 del decreto legislativo del 10 settembre 2003. Abolendo il suddetto articolo il committente tornerebbe ad essere responsabile insieme alla ditta appaltatrice e subappaltatrice delle violazioni dei diritti dei lavoratori, imponendo così ai committenti un’attività di vigilanza del lavoro delle aziende appaltatrici.

Il 9 dicembre scorso la Corte di Cassazione ha dato il via libera alle proposte della CGIL, ora la palla passerà alla Corte Costituzionale che l’11 gennaio dovrà valutare la legittimità dei quesiti referendari. Se, come probabile, i quesiti dovessero passare il vaglio di legittimità allora il governo dovrebbe calendarizzare i referendum per la primavera del 2017.

Il tentativo del maggior sindacato italiano è quindi duplice, quello che potremmo definire minimo e cioè di cancellare quelle che sono considerate le norme più odiose e pericolose del Jobs Act. Questo da attuare mediante recarta-diritti-ferendum abrogativo. Poi se dovesse andare tutto bene e se il Parlamento si degnerà di discutere seriamente la proposta di legge popolare ci potremmo trovare di fronte alla possibilità di abolire il Jobs Act in favore di una legge del tutto nuova.

 

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@FRANCESCORRAD0