Anis Amri, chi è il terrorista della strage di Berlino
In tutta la Germania è caccia all’uomo. Quell’uomo è Anis Amri, tunisino, attualmente considerato il sospettato numero uno per la strage dei mercatini di Berlino, già rivendicata dall’Isis. Il suo documento è stato ritrovato nel tir con il quale è stato compiuto il massacro.
Anis Amri, su cui al momento pende una taglia da 100.000 euro, ha lasciato la Tunisia sette anni fa, su un barcone con altri clandestini, arrivando in Italia nel 2011, dove ben presto inizia una routine fatta di delinquenza e carcere. Al momento dell’identificazione dichiara di essere minorenne e viene trasferito in un centro di accoglienza per minori in Sicilia. Diventato nel frattempo maggiorenne, inizia a collezionare una serie di reati che vanno dall’appropriazione indebita alle minacce, sfociando anche nel reato di lesioni. Il tutto culmina con il tentativo di incendiare la stessa scuola dove non si era mai integrato e con una condanna a 4 anni di reclusione. Durante il periodo di detenzione gli viene applicato il trattamento per i soggetti pericolosi ma Anis Amri trova ugualmente il modo di creare problemi anche in cella. Sconta la sua pena interamente, fino al 2015.
Uscito di prigione scattano, come da prassi per i soggetti ritenuti pericolosi, le procedure per l’espulsione. La Tunisia però non collabora e mancando il riconoscimento ufficiale la procedura non si perfeziona. L’Italia cosi può solamente “intimargli” di lasciare il paese. Durante questo periodo ancora non ci sono segni di radicalizzazione estremista nei suoi comportamenti.
Nel luglio 2015 Anis Amri è già in Germania, dove inizia ad usare numerose identità false per confondere le acque e sfuggire al decreto di espulsione. Fa richiesta di asilo, nonostante sappia che verrà rifiutata, per prendere tempo. Si registra in un centro per richiedenti asilo sul Reno e poi viene fermato vicino al confine svizzero con un falso passaporto italiano. I servizi segreti lo segnalano e la polizia, in teoria, lo tiene sotto osservazione da marzo a settembre, con scarsi risultati.
A questo punto Anis Amri entra in contatto con i Salafiti. Si lascia plagiare dai sermoni estremisti dell’imam Abu Walaa, 32 anni, arrestato nel novembre scorso e noto come “il predicatore senza volto” per via della consuetudine di farsi riprendere di spalle durante i suoi durissimi video contro l’occidente. Dopo l’arresto del suo Imam, Anis Amri entra in totale clandestinità e il suo cellulare scompare dai tracciati della polizia e dei servizi. Non si avranno più sue notizie fino alla strage di Berlino.
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