Assassinato l’ambasciatore russo in Turchia
Assassinato l’ambasciatore russo in Turchia, ad Ankara, nella serata di lunedì 19 dicembre, durante una mostra fotografica al Contemporary Arts Center, presso il quartiere centrale di Cankaya. L’assassino, un poliziotto turco di 22 anni, in giacca e cravatta nera, ha esploso almeno sette colpi d’arma da fuoco, colpendo a morte il diplomatico russo. In arabo avrebbe gridato «Allah è grande! » poi, in lingua turca «non dimenticate Aleppo, non dimenticate la Siria. Solo la morte mi può portare via da qui».
Assassinato l’ambasciatore russo Andrey Karlov, alla vigilia di un incontro tra il Ministro degli esteri turco e i Ministri russo ed iraniano, che avrebbe dovuto tenersi a Mosca. Hasim Kilic, fotografo turco per l’Hurriyet presente alla mostra durante l’attacco, ha dichiarato, in un’intervista telefonica a Reuters, che l’assassino ha colpito l’ambasciatore con «quattro colpi di spalle e tre, mentre il corpo era già riverso a terra», tra le urla dei presenti che tentavano di nascondersi. L’assassino, Mevlut Mert Altintas, era originario della provincia di Aydin e si era diplomato alla scuola di polizia di Izmir. Quotidiani locali hanno riferito che la madre e la sorella di Altintas sono state arrestate e il computer dell’uomo è stato confiscato.
Il presidente Putin ha definito l’aggressione una «provocazione, volta a sabotare il riavvicinamento tra Mosca e Ankara e ad arrestare il processo di pace che è stato avviato dalla Russia, dalla Turchia e dall’Iran». Secondo ufficiali di sicurezza turchi e sostenitori di Erdogan, l’uomo sarebbe collegato a Fethullah Gulen, accusato di essere la mente del tentato colpo di stato a luglio. Sempre nella giornata di ieri, ad Ankara, un altro uomo armato avrebbe cercato di fare irruzione nell’ambasciata americana, sparando colpi d’arma da fuoco in aria.
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