The Young Pope al RFF: dietro le quinte della serie tv di Sky

Approcciarsi ad un’opera d’arte, sia essa di matrice pittorica, teatrale, cinematografica o televisiva, significa rendere merito non solo alla grandezza e al genio indiscusso (e indiscutibile) dell’ideatore e regista, ma anche alla passione di coloro che, con determinazione e impegno, hanno contribuito a dare vita a una vera e propria rivoluzione copernicana del mondo della serialità made in Italy.

In The Young Pope-L’arte del fare, l’evento-incontro, in programma ieri al Roma Fiction Fest 2016, con i maestri e addetti ai lavori della fiction di Paolo Sorrentino, il direttore della fotografia Luca Bigazzi, la scenografa Ludovica Ferrario, i costumisti Carlo Poggioli e Luca Canfora, e il regista di The Young Pope – Behind the scenes Fabio Mollo, c’è tutta la complessità, la creatività e la magia dell’universo di Lenny Belardo, un racconto armonioso e senza tempo del “dietro le quinte” di quel prezioso e variopinto gioiello del piccolo schermo, accolto a braccia aperte dal pubblico e salutato dalla stampa alla 73esima edizione del Festival di Venezia con sette minuti di applausi.

the young pope roma fiction fest 2016The Young Pope, il “dietro le quinte” di un capolavoro seriale

Dalla titanica e quanto mai fedele impresa della ricostruzione della Cappella Sistina, orchestrata dalla Ferrario e dal suo team, al connubio vincente di tradizione ed estro dei costumisti nella realizzazione dei vestiti di papa Pio XIII e dell’universo clericale (“si è scelto di unire la realtà di un tempo e di adesso alla forma che io e Carlo abbiamo creato per rispecchiare quell’aspetto un po’ folle di Papa Pio XIII, con quella libertà creativa che Paolo non ci aveva concesso, bensì espressamente richiesto”, ha spiegato Canfora), la conversazione con gli addetti ai lavori di The Young Pope, moderata dal Direttore Artistico del Roma Fiction Fest 2016, il regista Giuseppe Piccioni, ha aperto al pubblico in sala uno spiraglio sulla ricerca della perfezione, sull’impegno e umanità di chi ha vissuto, amato e creduto nel progetto seriale messo in piedi da Paolo Sorrentino.

 

Abbiamo girato in 24 settimane, un grosso impegno ma siamo ancora vivi”-ha rivelato Bigazzi, che, con un sorriso, si è definito un sopravvissuto alla fiction– “Sbagliare non era immaginabile, non c’erano i tempi e poi un budget così generoso ti fa avvertire ancora di più il peso della responsabilità”.

Una grande sfida, come ricorda anche la Ferrario, un arduo ed articolato percorso, affidato da Sorrentino nelle mani di questi grandi professionisti del backstage: “Paolo è molto preciso sulle richieste, sa bene ciò che vuole, e di conseguenza nelle nostre scelte c’è sempre stata una grande consapevolezza, ma, allo stesso tempo, ti apre la porta a una grande incoscienza”.

E, se per il regista Fabio Mollo, giovane autore del backstage della serie, raccontare il lavoro di Paolo Sorrentino e degli attori in un documentario si è rivelata un’opportunità per vivere e toccare con mano l’universo scenografico e filmico dello show targato Sky, per gli appassionati di The Young Pope e accaniti fan del regista napoletano quest’incontro ha rappresentato l’ennesimo tassello per cogliere, in attesa delle probabili vicende della seconda stagione, le mille e diverse sfumature che hanno portato alla realizzazione di personaggi come Lenny Belardo, il cardinal Voiello, Suor Mary, Monsignor Gutierrez, e tanti altri.

 

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