Haberowski, al Teatro Vascello Haber si fonde con Bukowski

Sul palcoscenico Alessandro Haber beve whiskey e fuma sigarette. Attorno a lui ci sono bottiglie vuote, fogli accartocciati, una macchina da scrivere sospesa e un leggìo su cui è appeso un indumento intimo femminile, un reggiseno per la precisione. Ad immergere ancor di più lo spettatore nell’universo bukowskiano arriva la voce rauca e graffiante di Haber,spettacolo Haberowski che fin da subito si immedesima perfettamente in Charles Bukowski e nel suo vortice di emozioni. In un lungo monologo-delirio l’attore legge una dopo l’altra alcune tra le più famose poesie dell’irriverente autore americano, ne butta giù una veloce biografia soffermandosi sui suoi morbosi rapporti con le donne, l’alcol e la scrittura, in modo così convincente da non rendere sempre chiaro il confine tra il ritratto e il vissuto dell’uno o dell’altro. I due personaggi si sovrappongono e si fondono, Bukowski rivive sul palco in una veste nuova e al contempo assolutamente riconoscibile.

Lo spettacolo, in scena al Teatro Vascello fino al 4 dicembre, nasce da un’idea di Manuel Bozzi che, insieme ad Haber, ha deciso di rivisitare una celebre performance di oltre dieci anni fa dal titolo Bukowski. Confessioni di un genio in cui Haber leggeva le più conosciute poesie dello scrittore. In questo reading teatrale dalla nuova linfa, i dissacranti testi si arricchiscono della musica elettronica del duo di dj Alfa Romero (Marzio Aricò e Lorenzo Bartoletti) e della tromba live di Andrea Guzzoletti che dona una nota di jazz allo spettacolo, mentre su uno schermo alle spalle dell’attore scorrono immagini e parole in un suggestivo visual ideato da Olivander.

Ciò che ne viene fuori è un’esperienza poetica, sonora e visiva (oltre che olfattiva) di grande interazione con il pubblico. In mezzo a fitte nuvole di fumo Haber diviene perfetta incarnazione dell’ autore di Pulp e Storie di ordinaria follia, celebra con rispetto e ironia lo scrittore dei bassifondi, delle sbronze e delle prostitute, divenuto famoso per la sua scrittura carnale, cruda e spesso volgare. Recitando, interpretando e cantando i suoi versi Alessandro Haber si fa dunque Bukowski, in quel flusso di parole e immagini, provocatorie e disperate, che restituiscono allo spettatore l’idea di quella che è stata la turbolenta vita ed incredibile esperienza letteraria del più “scandaloso e folle” tra gli scrittori americani del secolo scorso.

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@vale_gallinari