La vittoria di François Fillon e l’avanzata della destra francese
La vittoria di François Fillon alle primarie del centrodestra francese ha dato una scossa al panorama politico francese. Una vittoria inaspettata la sua, che lo ha visto conquistare la candidatura contro Sarkozy e contro il super favorito Juppé. Ora, nella corsa all’Eliseo, Fillon sembra proprio essere uno dei due finalisti che si scontreranno in primavera, considerando che i Socialisti, attualmente al governo, sono in netta difficoltà e Hollande non ha ancora dichiarato se correrà o no per la presidenza (molti, nel suo stesso partito, si augurano di no). Ci si aspetta invece che sia Marine Le Pen la seconda candidata in corsa per l’Eliseo. Il suo partito, il Front National, non ha mai attratto più di un terzo dell’elettorato francese e, almeno per adesso, pochi analisti prevedono che possa vincere la corsa per la presidenza l’anno prossimo. Ma il trionfo di Trump negli Stati Uniti ha dato nuova linfa alla leader dell’estrema destra, perciò, come gli ultimi avvenimenti ci hanno insegnato, è meglio essere cauti con le previsioni.
La vittoria di François Fillon ha segnato quindi le prossime elezioni presidenziali e il nuovo candidato del centrodestra si sta preparando ad affrontare quello che potrebbe essere l’unico grande ostacolo sul suo cammino, la leader dell’estrema destra Marine Le Pen, appunto. Membri dello staff di Fillon hanno confidato alla rivista POLITICO il piano della destra moderata che consisterebbe nel rivelare la natura di “falsa conservatrice” della Le Pen e nel ricordare agli elettori la sua mancanza di esperienza. Fillon ha promesso un inasprimento dei controlli sull’immigrazione ed ha assunto una dura posizione nei confronti dell’Islam, promettendo una relazione più vicina con Mosca, con lo scopo di distruggere lo Stato Islamico. Da Cattolico dichiarato è contro l’aborto, il matrimonio omosessuale e la maternità surrogata ed è chiaro che queste posizioni garantiranno a Fillon l’appoggio del cattolici. Anche la Le Pen vuole abrogare la legge sul matrimonio gay, ma per attrarre i suoi elettori è più concentrata sulle questioni economiche e sul disincanto dei cittadini francesi verso l’Europa, piuttosto che sulla religione e sul ripristino dell’identità francese, di cui invece Fillon si è dichiarato promotore.
Poi, c’è la questione dell’esperienza. Il Front National punta a dipingere Fillon come parte di quell’establishment che ha contribuito a rendere la Francia il paese che è oggi, ma secondo le proiezioni elettorali l’esperienza politica di Fillon viene vista come un vantaggio.
A dire il vero, il cammino di Fillon verso la presidenza appare a molti lungo e tortuoso. Nei prossimi cinque mesi dovrà allargare il proprio messaggio agli elettori moderati e al contempo, respingere gli attacchi della sinistra, che terrà le proprie primarie a gennaio. Proprio dalla sinistra, Jean-Luc Mélenchon ha accusato Fillon di preparare «un colpo di Stato sociale», riferendosi alle misure che il candidato di centrodestra ha dichiarato di voler adottare e cioè al taglio di 100 miliardi alla spesa pubblica, all’abolizione delle 35 ore di lavoro settimanali e al taglio di 500 mila funzionari statali.
Ci attendono mesi di dura campagna elettorale, in cui scopriremo se la sinistra francese riuscirà a trovare un candidato in grado di contrastare l’avanzata della destra francese.
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