Milano: 14 albanesi arrestati per sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga
Milano: 14 albanesi arrestati. Stamattina a Milano la Polizia di Stato su ordine dell’autorità giudiziaria ha eseguito 14 (qualcuno parla di 19) arresti. Si tratta di cittadini albanesi che operavano tra Albania, Italia ed Olanda. All’interno del territorio nazionale gli interessi della banda non si limitavano alla sola città di Milano ed al suo hinterland ma arrivavano fino a Rimini. Le attività illecite dell’associazione andavano dallo sfruttamento della prostituzione al traffico di droga, ma non solo. La banda si occupava della tratta delle donne dell’est Europa da avviare alla prostituzione. L’origine delle donne era prevalentemente albanese, ceca, rumena e moldava. Una volta fatte arrivare in Italia senza soldi ed indebitate venivano senza indugio sbattute sui marciapiedi per iniziare a produrre quattrini.
Poi, secondo le accuse, i criminali reinvestivano il denaro così guadagnato nell’acquisto di cocaina dall’Olanda. In realtà l’operazione di questa stamattina rientra nel quadro dell’attività investigativa denominata operazione Toka Jone. Queste indagini avevano già portato all’arresto di altri due cittadini albanesi trovati in possesso di 5 Kg di sostanza stupefacente. Non si sa ancora se gli stupefacenti provenissero solo dall’Olanda. Nel corso delle indagini infatti gli inquirenti hanno fatto una scoperta che di certo non rappresenta una novità. I canali utilizzati per importare droga sarebbero infatti gli stessi utilizzati per introdurre clandestini in Italia.
Altri dettagli saranno disponibili da stamattina alle 11. A quell’ora presso gli uffici della Squadra Mobile della Questura di Milano gli inquirenti terranno una conferenza stampa. Solo allora avremo maggiori dettagli sulla vicenda e sulle reali dimensioni dell’affare.
Insomma da quando è iniziata la follia del proibizionismo questi scenari sono ormai consueti. Già dalle prime indagini giornalistiche e di polizia emergeva che i reati di tratta delle donne e quelli (all’epoca) neonati attinenti al narcotraffico andassero di pari passo e si alimentassero l’un l’altro.
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