Genova, stupra figlia 13enne della convivente e la mette incinta
Un 50enne ecuadoriano ha stuprato la figlia 13enne della convivente per anni, fino a metterla incinta. L’uomo è stato condannato a 9 anni di carcere.
Come in un film nell’orrore, ma mille volte peggio, perché quello che è accaduto a Genova é reale: un uomo ecuadoriano ha stuprato la figlia 13enne della convivente per anni fino a metterla incinta. Gli abusi, consumati tra le mura domestiche, quando la donna era fuori a lavorare, sono iniziati nel 2011 e sono proseguiti fino alla denuncia, aprile di quest’anno.
L’uomo è stato condannato a 9 anni di carcere per violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima e dalle conseguenze derivate: la ragazza rimase incinta, a seguito delle violenze subite e pochi mesi fa ha dato in adozione il bambino avuto, frutto dell’orrore che ha subito. Quando ha sospettato che fosse incinta – spiega Alessandro Storlenghi, l’avvocato della ragazzina, che al processo si è costituita parte civile – lui le ha fatto fare un test di gravidanza e le ha fatto prendere degli anticoncezionali e delle medicine per mesi, farmaci a caso dove c’era scritto che “potevano presentare controindicazioni se assunti in gravidanza con rischio di interruzione”.
Nell’udienza con rito abbreviato in tribunale a Genova, per il 50enne è arrivata anche la condanna al pagamento di una provvisionale di 50mila euro e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ciò non basta a far tornare il sorriso a una ragazza di 13 anni, dopo aver vissuto una tragedia tale da privarla per sempre della sua innocenza, dei suoi anni da bambina, perché proprio l’uomo che aveva in casa, colui sul quale forse avrebbe potuto contare, l’ha tormentata per anni, provocandole un danno inqualificabile, di una brutalità terrificante.
Il pubblico ministero, Gabriella Dotto, aveva chiesto una condanna a 10 anni, dopo aver evidenziato in aula come “questo soggetto abbia distrutto la vita di una persona”. La bambina, già precedentemente aveva subito violenze da parte dell’uomo, ma “non aveva mai avuto il coraggio di parlare per paura che l’uomo l’avrebbe picchiata.”- ha spiegato- l’avvocato.
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