Ritirati in tutta Italia due farmaci contro la pressione alta
Il ritiro è stato predisposto da parte del Ministero della Salute che precisa come si tratterebbe di “provvedimenti volontari da parte delle aziende produttrici”.
Alcuni lotti di farmaci studiati contro la pressione alta sono stati ritirati su tutto il territorio nazionale, secondo quando disposto da parte del Ministero della Salute. Si tratterebbe di provvedimenti volontari da parte delle aziende produttrici, non collegati a “problematiche né di sicurezza né di efficacia, rassicura l’ente regolatorio, dal quale però ci si attende qualche ulteriore spiegazione” ha precisato l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
In tutta Italia i farmaci che sono stati ritirati dal mercato, provocando grande preoccupazione tra i malati di ipertensione sono: Enalapril Teva e Ena-Lapril Mylan, della ditta Sigma-Tau Industrie Farmaceutiche Riunite. Enalapril Teva è utilizzato nel trattamento della pressione alta, nel trattamento dell’insufficienza cardiaca. ENA-LAPRIL MYLAN è utilizzato per il trattamento dell’ipertensione ed il trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatico”.
Il presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’agata, ha dichiarato necessario il provvedimento visto il “parere non favorevole dell’Istituto Superiore di Sanità ed a seguito della comunicazione delle ditte”.
Prevedibile, l’ondata di confusione tra i pazienti. Infatti la terapia, ritenuta molto efficace da oltre 180.000 di loro e disponibile in tutti i Paesi Europei, sarebbe stata ritirata volontariamente dalle aziende per ragioni economiche, legate al tetto di spesa fissato dall’Ifa ritenuto troppo basso.
Massimo Volpe, presidente della Società italiana dell’ipertensione arteriosa, ha spiegato infatti «È una misura legata a ragioni economiche e non di salute, che danneggerà oltre 180mila pazienti e creerà confusione tra i medici e i malati. Ma soprattutto è una decisione presa per ragioni economiche su un prodotto che funziona bene e ha favorito l’aderenza alla terapia contro l’ipertensione»..
Senza una soluzione, “i medici verranno privati della possibilità di prescrivere una terapia antipertensiva efficace e sicura per il trattamento di una delle malattie più diffuse e frequenti in Italia. E i malati dovranno cambiare cura».La speranza è che le aziende coinvolte insieme all’Aifa possano trovare una soluzione.
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