Via libera al cognome della madre per i figli

Arriva ieri il via libera al cognome della madre per i figli nati nell’ambito del matrimonio, la decisione della Consulta scrive un’importante pagina nella giurisprudenza italiana. Una lotta che dura da anni quella di tante mamma per ottenere il doppio cognome. Fino ad oggi l’unico modo era quello di formulare richiesta al Prefetto, proprio come nei casi nei quali si voglia modificare il proprio cognome perché ridicolo o osceno. Ma il buon esito non era certo e la concessione, dopo anni e svariate marche da bollo, restava sempre a discrezione. Un escamotage nel caso di coppie non sposate, era il riconoscimento primario da parte della madre e solo in un secondo tempo dal padre in modo che il bambino portasse entrambe i cognomi.

 

Tutto parte da Genova con il ricorso di una coppia italo-brasiliana che aveva chiesto di poter registrare il proprio bambino con il doppio cognome. Per via la doppia cittadinanza, in Brasile il bimbo veniva identificato con il cognome materno e paterno, mentre in Italia soltanto con quello del padre. Ma la richiesta della coppia era stata respinta in virtù di quell’automatismo implicito per il quale al figlio nato nel matrimonio veniva attribuito il cognome paterno. Ieri la svolta, «la Corte costituzionale – sottolinea una nota della Consulta – ha accolto oggi la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di appello di Genova sul cognome del figlio. La Corte ha dichiarato l’illegittimità della norma che prevede l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei genitori».

 

Nella lunga attesa di una norma che disciplinasse il caso di specie, è la magistratura a dare la sua risposta: stop alla consuetudine e via libera al cognome della madre per i figli nati nel matrimonio. Con l’accordo tra i genitori, il bambino potrà avere il doppio cognome. Una vittoria sudata che sarebbe dovuta avvenire in una logica ragionevole e scontata tanto tempo fa. Nessun orgoglio ferito ma solo una libera scelta in tema di parità di diritti tra uomo e donna, entrambi genitori.

 

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