Icardi contro Curva Nord. Perché difendiamo Icardi

Icardi contro Curva Nord. Sicuramente quando ieri è esploso il caso quasi tutti hanno pensato “Che cretino!”, in molti hanno

Icardi contro Curva Nord
Icardi e Wanda Nara

sottolineato l’inutilità di un’autobiografia a 23 anni, tantissimi avranno pensato che è veramente da fessi scrivere in un libro cose talmente pesanti nei confronti degli ultras della squadra per la quale si gioca e si è capitani. Zanetti, il D.S. Ausilio, tanti ex giocatori interisti, tutti, nel caso Icardi contro Curva Nord, hanno dato addosso a Icardi. Sono poche le voci a sua difesa, perché? Perché Icardi è antipatico, perché Icardi, coadiuvato dalla sua compagna-manager Wanda Nara, appena gioca bene tre partite chiede l’aumento, perché Icardi quando non gli arrivava il prolungamento del contratto, che comunque non scade di lì a poco, rifiutava di giocare le amichevoli, perché Icardi sta sempre sui social, perché Icardi ha rubato la moglie all’amico che lo ospitava a casa, perché tutti pensano che Wanda Nara abbia visto semplicemente il giocatore in rampa di lancio, ha lasciato quello in fase calante e lo ha sfruttato a più non posso e lui, un po’ fesso, si è fatto sfruttare. Perché Icardi sfoggia la sua ricchezza e si dà arie da rockstar, perché Icardi è pure bello, che nel calcio si perdona solo a George Best. Perché Icardi è forte, ma non è un campione alla Messi, alla Maradona, alla Ronaldo. Però si dà le loro stesse arie (per non parlare del suo ex compagno di squadra Osvaldo, che una volta lo voleva pure menare, che è meno forte di Icardi ma ha i difetti di Icardi moltiplicati per dieci). E tutte queste cose le sappiamo e le condividiamo. Ma nel caso Icardi contro Curva Nord vorremmo essere la difesa del colpevole perfetto, di quello preso con le mani nel sacco. Vorremmo (si usa parlare al plurale negli articoli ma questa è solo la modesta opinione di colui che scrive), prendere la difesa dell’imputato Mauro Icardi. Tra l’altro dopo che la sentenza già c’è stata. Perché oggi alla Pinetina si è deciso di punire (ma non troppo) il Capitano nerazzurro, che resta capitano ma dovrà ristampare il libro senza le frasi incriminate.

 

Ed eccole le frasi incriminate che hanno fatto nascere il caso Icardi contro Curva Nord:

Icardi contro Curva Nord
Icardi e Guarin contro la curva

“Ho trovato il coraggio di affrontare la Curva a fine gara, insieme a Guarin. Mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: ‘Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti’. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo”. I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”. Avevo sputato fuori queste frasi esagerate per far capire loro che non ero disposto a farmi piegare dalle minacce […] “Una settimana dopo, un capo storico viene da me: pretende ancora le mie scuse. Io risposi così “Non devo chiedere scusa a nessuno di voi, se vi va bene perfetto, altrimenti ciao”

 

Icardi contro Curva Nord Eccolo il caso Icardi contro Curva Nord. Ora l’accusa dirà che uno che dice queste cose del settore più caldo dei propri tifosi è scemo, poi fare il comunicato per dire che non si aspettava questa reazione, che è stato frainteso, è stato forse ancora più scemo del fatto che abbia scritto queste cose. Perché poi ieri la curva era contro di lui, lo hanno fischiato e ha giocato malissimo, sbagliando anche un rigore e venendo poi sostituito tra i fischi della curva. Ma se quel che Icardi racconta è vero, della maglia tolta al bambino, non ha forse fatto bene? In questo calcio in cui i giocatori vengono costretti dai tifosi a togliersi la maglia, nel quale un galantuomo come Gasperini è costretto a far nomi e cognomi in tv di coloro che cercano in ogni modo di condizionare la squadra per mantenere il loro potere, dove a Roma anni fa un derby è stato interrotto con un pretesto dai tifosi per far vedere che lo potevano fare, troviamo sia coraggioso e bello che un giocatore dica basta a queste prepotenze, a questo sfoggio di potere, a questo doversi inchinare alla barbarie perché senza tifosi non c’è calcio. Magari senza questo tipo di tifosi c’è un calcio migliore, fino a che tutti si toglieranno la maglia e si piegheranno ai voleri delle curve il calcio resterà questo. Ma se un calciatore non abbassa la testa, se difende un bambino dalle cui mani è stata tolta la maglia del suo campione preferito per una presunta “ragion di curva!, quel calciatore è da ammirare e sostenere. Per completezza di informazione la Curva Nord afferma che la ricostruzione di Icardi è falsa, che le cose non sono andate così. Dalle immagini non si può essere sicuri di come sia andata, di sicuro si vede un Icardi infuriato.

Questi ultras che si presentano sotto casa dei calciatori, che prendono a calci le macchine, che si sentono onnipotenti, ci si sentono perché nessuno reagisce. Icardi ha reagito, certo con uscite da guappo sudamericano ridicole ed esecrabili, ma Icardi non ha chinato il capo, Icardi ha avuto coraggio e, se prendiamo per buona la versione nel suo libro, Icardi ha difeso il sogno di un ragazzino alla prepotenza di un energumeno. C’è da dire anche che il resto dello stadio nerazzurro ha difeso Icardi, c’è da dire che è stata iniziata una raccolta di firme per fargli mantenere la fascia di capitano, segno che c’è uno scollamento tra la curva e il resto dello stadio, così come c’è a Roma quando lo stadio, in certe occasioni, ha fischiato la curva sud, così come nell’altra sponda romana i tifosi degli altri settori rifiutarono l’etichetta di tifosi razzisti (“Il razzismo ci fa schifo, forza Lazio è il nostro tifo” recitò uno striscione in Tribuna Tevere), e così a Napoli, a Torino sponda Juve, a Milano dove addirittura per l’ultima partita di una bandiera come Maldini ci fu chi tentò di rovinare tutto. Il resto dello stadio non ama queste smargiassate che sono la dimostrazione di una certa “mentalità ultras” che non si sa bene cos’è, comunque una cosa per la quale, come nella mafia, l’omertà è un merito e chi non l’applica è un “infame”.  Per i tifosi “normali” poi non è facile contrastare queste cose, perché se il tuo vicino di posto è uno abituato a uscire di casa con un coltello in tasca magari ci pensi due volte prima di provare a farlo ragionare. Icardi invece ha avuto il coraggio di reagire, non si è piegato a questa mentalità e quindi continuerà a essere antipatico e indisponente, ma nella diatriba Icardi contro Curva Nord, noi (io) stiamo con Icardi … naturalmente se la sua ricostruzione fosse vera.

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@MassimoSilla_