Educare un bambino al sonno: un’impresa difficile

L’insonnia in età pediatrica rappresenta uno dei disturbi per cui viene richiesta una consultazione dello specialista. Come educare un bambino al sonno? Lise Selin Davis ne parla sul The New York Times di oggi.

Educare i bambini al sonno è un’impresa difficile per molti genitori e Lisa Selin Davis ha condiviso la sua esperienza da genitore sulle pagine del The New York Times. Quando sua figlia maggiore ha compiuto due anni, sono cominciati i problemi: ogni volta che la si metteva in culla, cominciava ad urlare e a piangere. Così, lei e il marito, mettevano un materasso a terra e aspettavano che si addormentasse e in un secondo tempo hanno lasciato anche che dormisse nel loro letto matrimoniale. Lisa racconta che di giorno era una bambina socievole, sorridente e dolce. Tuttavia quando si arrivava alle ore notturne, cominciavano i capricci e le infinite ore impiegate per riuscire a farle chiudere gli occhi. A questo punto i coniugi hanno deciso di consultare un medico. “Fate un libro con i disegni che illustrano la routine per andare a letto”, ha detto e di chiudere la porta della loro stanza, soprattutto. Il medico dichiara che una notte è sufficiente per educare un bambino al sonno. Ma loro non hanno acconsentito, un metodo troppo crudele. Così l’anno successivo, Lisa ha pagato 500 $ per la consultazione di uno specialista del sonno: “Si tratta di un caso molto avanzato”, ha affermato. Per anni la figlia ha sofferto d’insonnia, insonnia che le ha succhiato tutta la sua energia e vitalità. I medici sono stati chiari: se non riuscirà a dormire da sola, dovrà lottare contro la depressione, l’ansia e vari disturbi, per tutta la vita. Ma i metodi drastici consigliati dagli specialisti non li accetta proprio: è possibile che diano sempre le stesse risposte a distanza di anni: lasciar piangere i bambini poi è davvero una cosa così giusta? A questo punto ha deciso di non omologarsi al comportamento delle altre famiglie americane: lei non vuole chiudere la porta della sua camera da letto, non l’ha mai fatto e mai lo farà.

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