Il ritorno di una celebre bufala di WhatsApp: “La danza del papa”
A volte ritornano. Ed è questo il caso de “La danza del Papa”, una nota bufala che, con qualche piccola variazione, si è riproposta ai creduloni. La già nota “catena di Sant’Antonio” avvertirebbe gli utenti di WhatsApp, con tanto di messaggio allarmante, di fare attenzione ad un presunto video, contenente un malware, nel quale si vede un Papa Francesco in versione ballerino, che porterebbe alla formattazione del cellulare: “URGENTE: Dillo a tutti i contatti dal proprio elenco di non accettare un video chiamato la danza del Papa. È un virus che formatta il tuo cellulare. Attenzione è molto pericoloso. Hanno annunciato oggi alla radio. Passa al maggior numero possibile”. Il presunto filmato del Papa che balla non è mai esistito, e con lui, ovviamente, il malware che formatta lo smartphone qualora lo si apra.
Chi ha riproposto la bufala forse ha la memoria corta, non ricorda che, già nel 2014, chi di dovere aveva provveduto a “sbufalare” questo fantomatico falso virus che si era diffuso a macchia d’olio partendo dai paesi ispanici (El baile del Papa). All’epoca anche la Polizia di Stato tramite l’account “Una vita da social”, aveva provveduto a tranquillizzare gli utenti che si trattava di un falso, anche perché, nella versione spagnola del messaggio, si faceva riferimento a “WhatsApp Gold”, una versione della App di messaggeria che, chiaramente, è inesistente.
Recentemente, in seguito alla sua diffusione anche sul social network di Zuckerberg, sulla pagina Facebook curata dalla Polizia Postale è stato scritto quanto segue: “Fermo restando che è sempre buona norma evitare di aprire file sospetti, specie se provenienti da persone sconosciute, possiamo tranquillamente dirvi che questo allarme virus per il video della ‘danza del Papa’ è una bufala”. Quindi, niente paura, nulla di pericoloso. Dunque, seguiamo il consiglio degli esperti, verifichiamo tutti i contenuti che ci accingiamo a condividere con gli altri così da evitare di fare la figura dei creduloni e, cosa più importante, bloccare la diffusione di queste bufale.
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