Domenica In, quella “rosa rossa” di Baudo nei giorni di bufera misogina
Con un garbo d’altri tempi – “in bianco e nero”, potremmo definirlo – Pippo Baudo entra in studio con una rosa rossa in mano, da consegnare alla sua dolce metà di scena, Chiara Francini, co-conduttrice, nonché, all’occorrenza, talentuosa cantante. Comincia così, nel giorno della Festa dei Nonni, la prima puntata della “nuova” Domenica In(ps?) del conduttore, ottant’anni compiuti lo scorso 7 giugno, e celebrati in video con il proclama “80? Ho tanta voglia di fare Tv!” (ancora!). E accade così che, mentre altrove in televisione il Ministero della Giustizia e il Codacons intervengono per condannare chiacchiere misogine, sulla prima rete Baudo con un sorriso generoso e smagliante annuncia “una puntata tutta al femminile!“, e la sua domenica diventa quell’ “usato sicuro” capace di rieducarci al senso della misura.
Un programma, un conduttore, un uomo “di una volta”, come ci piace tanto dire al giorno d’oggi. Un’oretta di trasmissione in cui sfilano Eleonora Giorgi, Cristina Comencini, Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti, Fiorella Mannoia. Ma soprattutto, assieme a loro, e al padrone di casa, sfila quella cordialità con cui la tv entrava nei salotti degli Italiani negli anni 60′, in quelle case abitate da poco garbo e molta ignoranza – soprattutto nei confronti delle donne appunto – che però proprio la professionalità di presentatori e sceneggiati educava alla non ignoranza.
Scansate le riproposizioni “morbide” della Domenica Live di Barbara d’Urso (Canale5) delle edizioni passate, lo studio di Domenica In fa posto a quell’Amarcord di qualità che in Rai sta regalando i picchi di share della stagione – Viva Mogol! docet. E’ la tv di un tempo passato, tradizionalmente “baudiana” in questo caso specifico, fatta di ricerca di qualità (senza il terrore che annoi), di sguardi ai maestri del varietà, di scrittura meticolosa (che non lascia nulla al caso), quella, insomma, che precede le invasioni del reality in tv, foriero della sua dose massiccia di barbarica improvvisazione, leggerezza, e spesso, di scivoloni difficili da controllare, come nel caso dei recenti pettegolezzi pericolosi nella casa del Grande Fratello Vip, appunto. Sarà per questo che a Baudo è stata concesso così poco spazio nel palinsesto, perché per confezionare un prodotto rifinito nei dettagli ci vuole molto tempo.
La sua è una formula rassicurante per gli spettatori a casa e per le casse del servizio pubblico, senza dubbio. Ma basterà? E quanto può durare? Realizzare un programma pulito è un conto, riuscire a trascinare, un altro. Stupire – magari con qualcosa di nuovo – poi, un altro ancora. Noi, intanto, prendiamo nota della lezione e portiamo a casa.
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