Il compleanno di Berlusconi e la favola senza lieto fine di Mediaset
Mediaset ha celebrato da poche ore gli 80 anni del suo fondatore Silvio Berlusconi stravolgendo la sua programmazione, a partire da Mattino Cinque che ha ripercorso la storia della tv commerciale italiana, fino ai telegiornali che si sono trasformanti in un “collage” di servizi dedicati al Cavaliere. Senza ombra di dubbio quella di Silvio Berlusconi è stata un’epopea dal lieto fine, con Mediaset ha segnato la storia della televisione italiana, dopotutto il Cavaliere è stato l’uomo giusto al momento giusto che ha sempre saputo dire le cose giuste in ambito mediale. Lui è stato l’uomo che rinnovato la televisione italiana, ma oggi è ancora così o forse Mediaset si è adagiata sui suoi anni di gloria?
Mediset: l’ascesa e il segreto del successo
La favola di Mediaset ha inizio durante un periodo storico nel quale il monopolio televisivo statale iniziava ad incrinarsi: nel 1976 una sentenza della Corte Costituzionale consentiva la trasmissione via etere a patto che questa non superasse l’ambito locale. Da quel momento in poi lo scenario televisivo italiano iniziò una fase di mutamento senza precedenti, che avrebbe apportato delle modifiche irreversibili al modo di fare televisione. Iniziano a nascere le prima reti private e tra queste anche Telemilanocavo, istituita all’interno del quartiere residenziale costruito dallo stesso Silvio Berlsconi. Le singole emittenti creavano accordi e associazioni tra di loro riuscendo a raggirare i confini regionale e, insieme a questi, la sentenza della Corte Costituzionale.
All’inizio degli anni ottanta il panorama televisivo italiano è nettamente stravolto, le reti private sono circa 400 e nonostante la Rai stesse tentando di cavalcare l’onda di modernizzazione che aveva investito l’Italia, si trovò a dover competere con un valido avversario che ben presto l’avrebbe sconfitta. Silvio Berlusconi seppe come muoversi in questo scenario, in poco tempo era arrivato a dirigere 10 emittenti tra cui Canale5. Attraverso l’espediente del “tizzone” Berlusconi riuscì a raggirare la legge italiana: il palinsesto televisivo con tanto di pubblicità veniva registrato, poi il contenuto delle cassette veniva mandato in onda nelle diverse regioni italiane con qualche minuto di differenza, così il Cavaliere era riuscito ad utilizzare le sue emittenti locali come se fossero un’unica rete nazionale.
L’asse portante e il segreto del successo della programmazione Fininvest era l’intrattenimento, Berlusconi sapeva cosa “dire” agli italiani anche grazie alla sua occupazione mediale congiunta tra tv e quotidiani. La programmazione era costituita principalmente da cartoni animati, film e telefilm, specialmente quelli importanti dall’America. Negli anni ’80 i giovani italiani sognavano l’American Dream e, mentre abbandonavano gli spaghetti per gli hamburger, Berlusconi mandava in onda le serie americane che per la “religiosa” programmazione Rai erano troppo scandalose.
Ma la tv di Stato non ci sta e con lei anche la legge italiana che nel 1984 oscura i canali della Fininvest in quanto non rispettavano i limiti dell’emittenza locale; ma il pubblico ormai era stato conquistato da quei contenuti così moderni per l’epoca e questo Berlusconi lo sapeva, così denunciò l’oscuramento dei canali e fu il pubblico stesso a protestare contro il governo. Dopo tante polemiche venne varato il decreto Salva-Berlusconi e nel 1990 la legge Mammì la quale decretava che non si poteva essere proprietari di più di tre canali; venne così ufficializzato il duopolio Rai-Fininvest e la storia senza fine delle tre emittenti Mediaset venne regolamentata
La gabbia d’oro di Mediaset
Negli anni ’80 e ’90 Mediaset catturò completamente il pubblico, dal punto di vista televisivo queste emittenti avevano dato al pubblico un nuovo modo di fare televisione. Telenovelas, fiction americane, cartoni animati, calcio, varietà e la scoperta dell’orario notturno con programmi dai contenuti erotici. Era questa la ricetta del successo di Mediaset, era l’intrattenimento stesso che tratteneva il pubblico. Oggi però questa formula andrebbe un pò rinnovata, i programmi stile “Il Bagaglino” non divertono più e la loro volgarità annoia anche un pò.
La programmazione importata da oltreoceano non riscuote più lo stupore di una volta e per quanto riguarda i prodotti nostrani si tende a puntare su prodotti collaudati, ed ecco che la creatura di Berlusconi si aspetta che lo share provenga sempre da programmi come “le Iene”, “Il Grande Fratello (vip)” o l’ormai storico “Striscia la Notizia“. Ogni tanto ci pensa Maria De Filippi a dare una scossa alla monotonia tematica, ma per quanto possa essere la regina della televisione da sola non basta per risollevare un’emittente intera. Per quanto riguarda la serialità e l’infotainment la situazione non è migliore, “Squadra antimafia” avrà anche un pubblico affezionato, però forse è il caso di conquistarne di nuovo, per non parlare del pomeriggio targato Barbara D’Urso. E mentre persino i palinsesti Rai hanno deciso di dare “una scossa” alla loro programmazione , Mediaset resta ancorata ai suoi vecchi cavalli di battaglia rinchiudendosi in una gabbia, sì d’oro, ma pur sempre una gabbia.
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