Non c’è stata partita al Maksimir di Zagabria. Juventus batte Dinamo 4-0. Juventus incontenibile? No, assolutamente. Juventus che finalmente ha raggiunto una maturità europea? No. Niente di tutto questo. Sì, certo la Juve ha meritato, questo è indubbio, ma il gioco espresso non è stato esaltante e soprattutto perché l’avversario si è dimostrato al di sotto delle aspettative.

Alla vigilia del match un po’ di tensione c’era in casa bianconera. Ed era tutta giustificata perché la squadra fatica, perché la squadra arranca, perché la squadra non riesce a trovare un equilibrio e una forma accettabile. Dopo Sassuolo qualcosa si è spento. Il pareggio con il Siviglia ha fatto crollare certezze nel blocco juventino, ripagate tutte a San Siro la domenica dopo. E poi Palermo. Se Allegri aveva definito, quella contro l’Inter, la peggior partita giocata negli ultimi 30 anni, dal punto di vista tecnico, quella al Barbera come potremmo definirla? L’autogol di Goldaniga è arrivato come manna dal cielo, un po’ di aria fresca per poter respirare, per poter continuare a comandare la classifica seppur di un punto sul Napoli. Ma oltre alla squadra in generale, il problema riguardava anche alcuni singoli: Pjanic e Mandzukic su tutti, il bosniaco fuori forma, lento e impacciato, il croato quasi depresso e impreciso sotto porta (subisce la concorrenza di Higuain?); Khedira che, dopo una partenza favolosa, si è ripiegato su se stesso, avulso dalla manovra e pesante nei movimenti; Dybala per il gol che non trova. Questi i casi eclatanti che si portano dietro una difesa in affanno per un centrocampo instabile e molle.

dinamo dybala
Paulo Dybala dopo il gol

Ecco come si presentava la vigilia bianconera al secondo impegno in Champions League dove l’imperativo era vincere assolutamente. E così è stato effettivamente. Ma ha fatto davvero bene questa vittoria alla Juventus? Sì, non c’è dubbio ma è il modo in cui è arrivata che non risolve nulla. Non risolve nulla perché la Juventus non ha dovuto fare nulla, o meglio molto poco per portarla a casa. La Dinamo Zagabria non è sembrata una squadra in grado di affrontare una competizione del genere. Serata storta? Forse. I croati, dopo 20 minuti discreti, si sono completamenti sciolti e hanno sbagliato qualsiasi lettura tattica, per non parlare degli errori tecnici. Il primo gol parla chiaro e Pjanic non esulta neanche, quasi come non ci credesse. Il secondo, è vero, è frutto di una bella azione ma la linea difensiva della Dinamo è piatta e statica e, inoltre, nessun centrocampista va a pressare Pjanic sul lancio. Del terzo niente da dire: Dybala trova il suo gioiello e finalmente si sblocca. Ma a riguardarlo viene da pensare: quanto spazio tra difesa e centrocampo? Perché lasciare tra le linee, con così tanto spazio, un giocatore come Dybala? E poi arriva il quarto sul quale, penso, non ci sia nulla da commentare.

Dunque quali sono le note positive? Che la Juventus trova il primo posto nel girone insieme al Siviglia, che Dybala si è finalmente sbloccato, che la porta è rimasta inviolata e che Allegri ha provato qualcosa di nuovo. Infatti, con il risultato acquisito, il mister livornese ha inserito Pjaca togliendo Barzagli ed è passato al 4-4-2 con Cuadrado e Pjaca esterni alti, Dani Alves ed Evra terzini. Non è valutabile ma è già qualcosa di diverso, soprattutto la difesa a 4 che, in Europa, sembra necessaria.

ALTRI RISULTATI – Siviglia-Lione 1-0; Monaco-Bayer L. 1-1, CSKA Mosca-Tottenham 0-1; Borussia D.-Real Madrid 2-2, Sporting Lisbona-Legia Varsavia 2-0; Copenhagen-Brugge 4-0, Leicester-Porto 1-0.

Twitter: @Francesco Nespoli

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