Charlotte, dichiarato lo stato di emergenza

Non c’è tregua a Charlotte, North Carolina, a seguito dell’efferata uccisione di un afroamericano. Gli scontri tra i manifestanti e la polizia proseguono senza sosta. Centinaia di persone sono scese in piazza e, per la seconda notte, hanno dato del filo da torcere alle forze dell’ordine. Questo omicidio è solo un anello che si aggiunge all’interminabile catena di uccisioni di ragazzi afroamericani negli Usa.

Il governatore del North Carolina ha dichiarato lo stato di emergenza. La Guardia Nazionale affiancherà la polizia locale. I manifestanti scesi in strada lottano contro la polizia, che è stata accusata di aver freddato un afroamericano.

In questo scenario di guerriglia urbana un uomo è stato colpito tra la folla. In un primo momento sembrava fosse morto, ma non lo era. L’uomo è in gravissime condizioni di salute. Il sindaco ha voluto far sapere che non è stato sparato nessun colpo dalla polizia, ma da un civile. Bisogna far luce sull’episodio, individuare le cause e i protagonisti di questa ennesima tragedia che ha colpito i neri d’America.

A Charlotte la guerriglia era scoppiata dopo l’uccisione di un afroamericano per mano di un poliziotto. L’uomo, armato, che si trovava all’interno di un condominio, è stato raggiunto e freddato dalla polizia.

Ma questo non è un caso isolato. Nell’ultima settimana sono stati tre gli afroamericani uccisi dalla polizia negli Stati Uniti. Un ragazzino in Ohio, un uomo in Oklahoma, un uomo in North Carolina.

A New York proseguono le manifestazioni di solidarietà nei confronti degli afroamericani a Broadway e sulla Fifth Avenue, arteria centrale della Grande Mela. Quello che si contesta è il modus operandi brutale con il quale vengono commessi questi omicidi. Quello per cui si lotta è il superamento della discriminazione razziale, non a parole, ma a fatti.

 

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