Elezioni in Russia, Putin stravince tra propaganda e paradossi
Si sono svolte senza colpi di scena le elezioni in Russia per scegliere il nuovo parlamento, la Duma, come previsto da tutti gli osservatori internazionali. In un paese in cui il presidente Vladimir Putin gode dell’82% dei consensi tra la popolazione non c’era effettivamente che da aspettarsi altra vittoria se non quella del suo partito, Russia Unita, che ha sfiorato il 50% delle preferenze.
Nonostante i sondaggi dessero il partito in calo dal 45 al 39 percento negli ultimi mesi – complici vari scandali e la crisi economica – la fiducia in Putin (più che nel governo) è rimasta alta. Certo è che queste misurazioni, nei sistemi autoritari, vanno lette col dovuto scetticismo. Ma è innegabile che il consenso nei confronti dell’attuale presidente russo si mantenga schiacciante, a fronte di un’opposizione poco significativa e che si è male organizzata nella corsa alle consultazioni dello scorso 18 settembre. Le elezioni in Russia hanno chiamato alle urne circa 11 milioni di elettori per rinnovare i 450 deputati della Duma, che resteranno in carica per i prossimi cinque anni. Un vero e proprio test per Russia Unita, in vista delle prossime presidenziali che si terranno nel 2018 e che potrebbero valere a Putin il suo quarto mandato (il secondo non contemplato dalla Costituzione). Un test in cui l’unica incognita era rappresentata dall’astensionismo – piuttosto alto – e non di certo dal risultato finale, previsto e prevedibile. Ha scritto il Financial Times che: «Gli eventi più recenti hanno già reso evidente che chiunque speri che le elezioni di domenica della Duma siano significativamente più libere e aperte delle precedenti rimarrà deluso».
Ma se il consenso nei confronti di Putin resta alto, non si può dire lo stesso per la fiducia che i russi ripongono nel governo. Questo Russia Unita lo sa bene, al punto da essersi definita il «partito del presidente» per poter godere indirettamente dei benefici della popolarità dell’uomo forte alla guida del paese. Ma il calcolo politico è poca cosa a confronto delle strategie escogitate per portare la popolazione alle urne: per vincere l’astinenza, secondo quanto scrive Il Corriere della Sera, vengono offerti agli elettori “fedeli” trasporti gratuiti, concerti, concorsi a premi. E così a un cittadino che si rechi a votare negli Urali, insieme alla scheda, verrà consegnato un biglietto della lotteria: in palio un frigorifero e un iPhone 6. Stessa storia a Sochi, sul Mar Nero, dove qualche fortunato elettore potrà portarsi a casa una vettura o addirittura un appartamento. E ancora, Nella regione della Chukotka, da sempre fedele a Putin, tutti coloro che andranno a votare per la prima volta riceveranno un tablet.
Di certo non famoso per i suoi metodi democratici, Putin, a esame elettorale superato, può continuare a dormire sonni tranquilli. C’è però un aspetto paradossale di queste elezioni: la Russia si trova oggi ad affrontare il suo momento più difficile da quando il suo attuale Capo di Stato è arrivato al potere 16 anni fa. E nonostante il governo sia determinato a mostrare i muscoli in Siria e Ucraina, sul fronte interno le condizioni dell’economia sono disastrose e il livello di vita dei russi è in caduta libera. I principali responsabili sono il crollo del prezzo del petrolio e materie prime (le principali risorse economiche del paese) e le sanzioni internazionali scattate immediatamente dopo l’annessione della Crimea. A fronte di un generale aumento dei prezzi, il reddito della popolazione continua a risentirne. Secondo i numeri riportati dal quotidiano tedesco Die Zeit, un russo su sei vive in condizioni di povertà, guadagnando meno di 9.776 rubli al mese, circa 135 euro. Tuttavia, la popolarità di Putin non ne esce scalfita. Perché? Se il portafogli della nazione si impoverisce non si può dire altrettanto per il suo orgoglio: dopo gli anni difficili seguiti al governo El’cin e allo smantellamento dell’Unione Sovietica, Putin ha saputo restituire grandezza e fiducia ad un paese pieno di ferite. La Russia di Putin è vista dai suoi cittadini come un paese rispettato e temuto. Sempre secondo Die Zeit, la fiducia nel governo potrà anche scemare, ma quella nel suo presidente rimarrà a lungo una costante.
Questo perché, con l’avvento di Putin al governo dei primi anni duemila, la Russia ha vissuto un piccolo boom: il reddito della popolazione è triplicato, l’aspettativa di vita è aumentata ed è nato un nuovo ceto medio più fiducioso nel futuro. Nel paese di oggi però le cose sono molto cambiate; eppure è apparso chiaro ancora una volta che all’autoritario ex-agente del KGB non sembrano esserci alternative a breve termine.
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Twitter autore: @JoelleVanDyne_