Web series: passato, presente e futuro (?) della serialità
Si è conclusa da poche ore la terza edizione della Social Media Week, la settimana dedicata al web, ai suoi prodotti e soprattutto all’impatto sociale che questi hanno su chi ne fruisce. Organizzata da Business International – Fiera Milano Media, la Social Media Week capitolina è stata ospitata nel cuore di Villa Borghese presso la Casa del Cinema; tanti gli argomenti trattati e nell’ultima giornata i riflettori sono stati puntanti su un argomento attuale e in continua evoluzione: le web series.
Con il panel “Web serie tv, il successo e le declinazioni” Ivan Silvestrin, Max Giovagnoli e Janet De Nardis hanno cercato di analizzare la direzione che sta prendendo questo fenomeno. La prima domanda alla quale si è cercato di rispondere è stata: cosa sono queste web series? Per avere una risposta chiara ed esaustiva dobbiamo capire il passato e l’evoluzione della serialità.
C’era una volta la fiction all’italiana…
La storia delle serie tv affonda le sue radici nel dopoguerra, più precisamente negli anni ’60 quando le famiglie si riunivano davanti alla tv per guardare le avventure de “I promessi sposi”. Erano i grandi classici ad ispirare le serie e queste diventavano un mezzo per diffondere cultura. Andando avanti negli anni sono cambiati i contenuti, ma non il loro successo e le serie tv da strumento pedagogico sono diventate una forma di intrattenimento, un appuntamento settimanale che veniva aspettato con ansia esaltando al massimo la narrazione orizzontale.
La prima piccola grande rivoluzione che riguarda la serialità in Italia è avvenuta negli anni 80 con il successo de Dallas, fiction ben lontana dai romanzi sceneggiati, ma soprattutto dai loro contenuti. Per la prima volta gli italiani erano affascinati dai “cattivi ragazzi” e ad essere portati in scena non erano i valori della famiglia italiana, ma il lusso, l’ambizione e amori scandalosi. Con “I Dallas” c’è stata una rottura dai vecchi contenuti, così nel corso degli anni molti italiani continuavano a guardare Don Matteo, ma erano affascinati dalle scabrose vicende di Dexter.
Ad essere cambiati non sono solo i contenuti delle serie tv, ma anche la loro fruizione: i ritmi sempre più frenetici imposti dalla società mal si conciliano con l’appuntamento fisso e l’attesa settimanale imposte dai tempi televisivi. La trasmedialità e le nuove piattaforme come Netflix hanno dato al pubblico la risposta che volevano e, come ha puntualizzato Ivan Silvetrin, in una sola sera si può vedere una stagione intera della propria serie preferita. È in questo scenario che le web series sono nate, ma soprattutto stanno continuando a sopravvivere imponendosi come realtà sempre più concreta.
Viralità, linguaggio, budget low cost e gli altri segreti del successo delle web series
Questo nuovo modo di fare serialità è nato a ritmo di Web 2.0 e si sta conquistando una fetta sempre maggiore di pubblico tanto da avere da tre anni a questa parte un evento dedicato: il Roma Web Fest, rassegna che avrà luogo dal 30 settembre al 2 ottobre presso il MAXXI per la sua quarta edizione.
Uno dei fattori che ha portato al successo delle web series sta nel fatto che il web è aperto a tutti, pertanto chiunque può immettere contenuti audiovisivi su una delle tante piattaforme disponibili, poi se magari si ha anche del talento si viene notati dal pubblico che può far diventare virale un contenuto. Altro fattore non meno importante sta nel fatto che il world wide web abbatte i confini territoriali, una web serie girata da un gruppo di ragazzi italiani può sconfinare ed avere la possibilità, seppur remota, di avere più successo in un altro paese. L’abbattimento immediato dei confini, già anticipato dallo streaming, è un grande passo avanti rispetto alla serialità televisiva.
Ivan Silvestrin ha sottolineato questi punti durante la Social Media Week: ”Le web series possono essere tutto e niente, ma se c’è una cosa che sicuramente sono state per me e che possono essere per chiunque le faccia bene, con energia e talento, sono un modo per cominciare ad esistere.”; ha poi puntualizzato come gli studi diano una solida base, ma questi da soli non bastano per essere immessi nel mercato cinematografico. La carriera di Ivan Silvestrin ha preso una svolta proprio grazie ad una web serie, Stuck, vincitrice della prima edizione del Roma Web Fest che ha attirato l’attenzione del mondo cinematografico -anche d’oltreoceano- su Ivan, ma soprattutto sul suo modo di padroneggiare la narrazione anche con mezzi esigui.
Un’altra caratteristica delle web series è proprio la possibilità di poterle girare con budget low cost, il canale di distribuzione che utilizzano infatti abbatte molti costi e così giovani attori o registi possono muovere i primi passi pur non avendo grandi mezzi a disposizione. Quello che fa la differenza è il talento, ma soprattutto il fatto di riuscire ad attirare l’attenzione del pubblico parlando la sua stessa “lingua”; infatti sul web si può avere un linguaggio più colloquiale, si possono trattare con maggiore naturalezza argomenti delicati.
Un bravo sceneggiatore riesce a far affezionare il pubblico ai personaggi e alle loro storie, è questo uno dei segreti del successo delle fiction; nelle web series si può addirittura seguire l’iter della costruzione dei vari personaggi che si possono modellare nel tempo prendendo spunto dai commenti del pubblico attraverso i social.
Altro aspetto interessante di questo nuovo modo di fare serialità è la narratività verticale che si sposa con quella orizzontale: si può fruire di un solo episodio ed essere soddisfatti della storia che si è “consumata” in quei pochi minuti o seguire tutta la serie e comprendere i background dei vari personaggi. Le web series sono una realtà che si sta affermando così saldamente che anche la Rai ha deciso di scommetterci sopra con Lontana da me, realizzata e presentata lo scorso anno al Roma Web Fest. La realtà di questo fenomeno nato sul web sembra essere sempre più trasversale e in un’epoca in cui le fiction sono prodotto cinematografico più richiesto le web series sono destinate a crescere.
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