Terrorismo e criminalità, ecco come il contrabbando di sigarette finanzia l’Isis
È una realtà commerciale che sta prendendo sempre più il sopravvento, quella della contraffazione che dal 2012 è aumentata del 4,4%. Basti pensare che solo in Italia fattura quasi 7 miliari di euro, influendo negativamente nel settore del fisco, con risorse sottratte per oltre un miliardo e mezzo, e in quello dell’occupazione, con circa 100.000 posti di lavoro persi. E non basta: come il più delle volte accade per il contrabbando, oltre ai danni economici subentrano i danni alla salute dei consumatori, i quali si trovano ad acquistare e fare uso di prodotti fuori dagli standard nazionali ed europei.
Negli ultimi giorni, però, una recente notizia ha allarmato anche la Germania e aggravato ancor più l’attuale situazione del contrabbando. Secondo un’inchiesta della trasmissione di approfondimento “Plasminus” della TV tedesca, il contrabbando di sigarette in Germania è entrato nel bersaglio dell’Isis e di Al-Qaida. Ad avvertire del pericolo erano già stati vari studiosi. A seguito infatti dei recenti attentati in Francia, gli esperti avevano messo in guardia di diversi Stati riguardo i legami tra l’Isis e le microcriminalità organizzate, che tutt’ora si occupano di spaccio di falsi e di sigarette di contrabbando.
A tale proposito è stata interrogato uno dei massimi esperti mondiali sui rapporti fra terrorismo e criminalità, la professoressa Louise Shelley della George Mason University: «I terroristi fanno sempre meno ricorso al traffico di droga come fonte di finanziamento. Le droghe attirano troppo l’attenzione della polizia. Ora si concentrano su settori che danno meno l’occhio e per questo si concentrano sulle merci contraffatte e le sigarette di contrabbando.»
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