“Fiori del male. Donne in manicomio durante il regime”, la mostra
Il Fascismo, si sa, è un periodo storico particolarmente critico e ancora ricco di contraddizioni che continua ad offrire interessanti spunti di analisi. La mostra fotografica I fiori del male. Donne in manicomio durante il regime fascista vuole gettare una nuova luce su uno degli aspetti finora più taciuti del ventennio: le donne “devianti”. L’immagine femminile che il regime ha voluto edificare è stata quella di una atletica Giovane Fascista o di una matrona romana; di una mater familas disposta anche a sacrificare la propria fede nuziale per il bene della Patria. Ma le italiane erano – e sono – anche altro: amanti, ragazze madri, prostitute, ripudiate, insomma, donne che non rispecchiavano gli inquadramenti ideologici mussoliniani. Dunque da tenere nascoste.
Oggi la mostra Donne in manicomio durante il regime fascista vuole tirar fuori dal dimenticatoio queste creature emarginate, “restituendo l’insieme di pregiudizi che hanno alimentato storicamente la devianza femminile” e rendendoci consapevoli della funzionalità del sistema manicomiale all’istanza totalitaristica. La mostra patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Abruzzo, è promossa dall’Irsifar e fa tappa a Roma grazie all’ Assessorato alla Crescita Culturale Dipartimento Attività Culturali e Turismo.
I curatori Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante, affermano “ci è sembrato importante raccontare le storie di queste donne a partire dai loro volti” e infatti l’intera mostra si snoda attraverso fotografie che provengono dall’Archivio Storico del manicomio Sant’Antonio Abate di Teramo (che ha collaborato per la realizzazione della mostra con il Dipartimento di Salute Mentale della Asl della stessa città e la Fondazione Università degli Studi di Teramo). A fianco ad ogni ritratto troviamo il referto medico, l’identikit psicologico che etichettava la paziente in base ai suoi presunti eccessi. Ma questi volti ammutoliti riprendono voce anche grazie alle parole scritte dalle stesse internate in lettere autografe, mai uscite dal manicomio, che per la prima volta vengono rivelate.
Lo scopo dell’iniziativa culturale I fiori del male. Donne in manicomio durante il periodo fascista (visitabile dal 14 settembre al 18 novembre presso la Casa della Memoria e della Storia) è allora quello di rivendicare una dignità e un’umanità strappate senza possibilità d’appello in uno dei periodi più oscuri, ma sicuramente più interessanti, della nostra storia.
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