Il 14 settembre 1983 nasceva Amy Winehouse
Oggi Amy Winehouse avrebbe compiuto 33 anni. Se solo qualcuno l’avesse capita davvero. Di sicuro ci avrebbe regalato altri pezzi straordinari. Sono passati 5 anni da quel maledetto 23 luglio del 2011. Il suo corpo senza vita fu ritrovato nel suo appartamento a Camden Square, Londra. La sua voce era pazzesca, ricca di un’espressività più unica che rara. Era cresciuta ascoltando il jazz. A ragione in molti la definirono, e la definiscono tuttora, una “voce black” in un esile corpo di bambina.
Tutti ricorderanno l’album “Back to Black” del 2006, che la consacrò al successo internazionale. L’album infatti andò a ruba, con 12 milioni di copie vendute nel mondo, e le fece vincere ben 5 Grammy Awards. I pezzi trainanti dell’album furono “Love is a Losing Game”, “Rehab” e “Back to Black”. Un successo straordinario per un’artista così giovane. Ma Amy Winehouse era un’artista tormentata, senza pace, forse cercava soltanto il suo posto nel mondo. Aveva il coraggio di essere se stessa, di mostrare la sua forza e la sua emotività, come una guerriera sfidava le numerose critiche che le giungevano da ogni direzione. La stampa britannica le stava addosso mostrando grande interesse per i suoi eccessi, l’abuso di alcool, le droghe, i disturbi alimentari.
La critica internazionale ha sempre riconosciuto il suo talento, senza mai mettere in dubbio la potenza espressiva della sua voce, che suonava “come un miracolo” (The Times). La cantautrice britannica del Middlesex ha dato vita a un vero e proprio genere musicale, il New Soul. L’artista maledetta infatti avrebbe creato il “soul bianco”. Molte cantanti si sono ispirate a lei, come Adele. Ma forse è questo il destino di tutti quegli artisti che amano dolorosamente la vita, che la sentono scorrere nelle vene oltre ogni limite. In fondo si sa, il genio non è mai mediocrità.
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