Di Maio: spaccatura nel direttorio
Luigi Di Maio, esponente di spicco del M5S, spacca il direttorio. Dopo gli ultimi “amari” retroscena nel movimento pentastellato, l’opinione grillina si divide. Dal trionfante ingresso del sindaco Raggi e la sua acclamata squadra, è trascorso giusto il tempo di far saltare qualche testa, non solo tra municipalizzati, gestori campi ROM e commissari straordinari; la prima cittadina non guarda in faccia nessuno, o quasi, e dà il ben servito anche ai suoi: addio a Raffaele De Dominicis, ex neo assessore al bilancio, indagato per abuso d’ufficio. ” Non risponde ai requisiti previsti dal Movimento” chiosa la Raggi.
Futuro ancora incerto invece per l’attuale assessore all’ambiente di Roma, Paola Muraro, che pur vantando un certo idem nella situazione giudiziaria di De Dominicis ancora conserva la poltrona, il sindaco non vuole rinunciare alla sua dott.ssa in Scienze Agrarie finchè non sia stata fatta chiarezza nelle indagini in corso. Ma in questo potpourri, dove non possiamo certo dimenticare la faccenda Olimpiadi, spunta il caso Di Maio colpevole di non sapere di sapere delle indagini della procura sull’assessore Muraro.
Ignorava la situazione, e allora a rinfrescar la memoria del giovane deputato ci pensa la pioggia mediatica che pubblica a destra e manca la mail della senatrice cinque stelle Paola Taverna: ‘Caro Luigi’, scrive: “Come sai, la situazione attuale è assolutamente delicata. Sempre da diverse fonti giornalistiche ci pervengono notizie circa l’imminente notifica di un avviso di garanzia all’assessore in questione per un’ipotesi di reato consistente in violazioni procedurali di verifica e controllo prescritte dal TU ambiente per il trattamento di rifiuti” e sottolinea che ” è in ogni caso già indagata secondo quanto risulta dalla visura ex art. 335 cpp.” Se sia in corso una guerriglia interna ai grillini per spodestare qualcuno, e come e perché da compagni possa passarsi a boia e fonte, non è dato sapersi, ma la bugia di Di Maio ha spaccato il direttorio.
Arrivano, prima le sue scuse e poi ci pensa Grillo a chiudere definitivamente la polemica: “Di Maio non si tocca”.
Ecco che l’intento maldestro di spostare l’attenzione mediatica dal grande caos per il debito pubblico italiano, dal vergognoso tasso di disoccupazione, e dalla vendetta per il NO alle Olimpiadi, svanisce, lasciando solo uno sterile imbarazzo per una innocua menzogna venuta a galla, che nulla è a cospetto del gigante Golia di Mafia Capitale, però sempre più facile parlare di Davide.
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