Suicidio e malattie mentali: ecco le conseguenze della recessione secondo una ricerca Bmj

La recessione reclama vittime. A dimostrarlo non sarebbe solo la tragica cronaca di questi ultimi anni, ma anche la ricerca scientifica. Nei giorni che precedono la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio (che si celebrerà il prossimo 10 settembre) è stato infatti diffuso da Bmj il report “Health outcomes during the financial crisis in Europe: systematic literature review”, ovvero una serie di studi che hanno valutato l’impatto dei periodi economici più disastrosi dal 2008 in Europa, dimostrando la loro associazione con esiti negativi per la salute.

La recessione, dunque, favorisce suicidio e malattie mentali. Il team di ricercatori della City University di Londra e della Stanford University in California ha pubblicato ben 41 studi tra il 2008 e il 2015 in materia, constatando che la maggioranza dei casi di suicidio e di malattia mentale degli ultimi anni si sono concentrati in due aree ben distinte: Spagna e Grecia. Secondo i suddetti studi, ci sarebbe stato un aumento dei suicidi durante la crisi finanziaria, soprattutto tra gli uomini in età lavorativa, mentre le donne sarebbero le più colpite dalle malattie mentali. Si sono inoltre rilevati peggioramenti anche nella salute degli immigrati, soprattutto tra gli illegali. Secondo questa ricerca ci sarebbe anche una relazione tra la crescita del suddetto numero dei suicidi con la riduzione dei budget che i Paesi dell’Unione Europea hanno fatto sui sistemi sanitari e con il fatto che la crisi, avendo determinato insicurezza finanziaria nelle famiglie, ha ridotto la possibilità di accesso alle cure mediche.

Studi simili che riguardano l’Italia sono scarsi, eccezion fatta per il lavoro del professor Roberto De Vogli, lavoro che avrebbe rilevato, tra il 2008 e il 2010, il decesso di 548 persone a causa disturbi mentali e comportamentali (il 0,303 per 100 000 morti all’anno). In conclusione, ogni anno nel mondo si registrano un milione di suicidi, uno ogni 40 secondi, mentre ogni 3 secondi si registra un tentativo di suicidio. Secondo uno studio del Laboratorio di Ricerca Socio Economica dell’Università degli Studi Link Campus University, i dati sarebbero pericolosamente in crescita.

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