Pizzarotti attacca: a gamba tesa sul direttorio

Il momento scelto dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti per attaccare pesantemente il Movimento 5 stelle è di quelli difficili. Dopo le cinque dimissioni rassegnate al Campidoglio della settimana scorsa e il nuovo ciclone mediatico montato intorno all’assessore all’ambiente Paola Muraro, per la giunta Raggi la situazione sembrerebbe essere critica. Di Battista salta una tappa del suo tour per il no alla costituzione e fa ritorno a Roma, Di Maio annulla la sua partecipazione al nuovo programma targato rai tre “politics” e nel frattempo il direttorio 5 stelle si riunisce nella capitale per decidere il da farsi. In tutto questo trambusto Pizzarotti non perde tempo e tramite agenzia esprime tutto il suo dissenso senza nascondersi: «Nei due anni in cui il direttorio gestisce il Movimento 5 Stelle sono stati scaricati due sindaci, il sindaco di Gela e di Quarto, un terzo è stato sospeso oltre cento giorni fa senza che esistesse una regola per farlo, e ora vi è il caos a Roma, con un rimpallo di accuse tra chi dice di aver avvisato il direttorio e chi invece sostiene di non sapere nulla dell’indagine in corso nei confronti dell’assessore Muraro. Tutto questo è stato causato da una grave mancanza di regole chiare a tutti».

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Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti a Milano per la seconda giornata dell’assemblea annuale dell’Anci, 07 novembre 2014.
ANSA / MATTEO BAZZI

Poi continua: «Da due anni chiedo una maggiore organizzazione e regole certe, condivise da tutti gli eletti portavoce attraverso un incontro pubblico, un meetup nazionale, come deve essere nello spirito di partecipazione del Movimento. Invece si legge sempre più spesso di incontri a porte chiuse e decisioni prese dall’alto. Ho sempre sostenuto che le correnti interne, che esistono anche nel Movimento, o vengono palesate oppure si rischia di rimanerne schiacciati. Alla luce di tutto questo, il direttorio dovrebbe oggi rassegnare in blocco le proprie dimissioni per non aver saputo gestire il Movimento, e si dovrebbe finalmente tornare a parlare di partecipazione e di condivisione degli indirizzi politici. L’Italia non si governa con due clic in rete e con decisioni calate dall’alto e a porte chiuse. Serve incontrarsi, parlarsi, organizzarsi, anche litigare e discutere. Ma serve farlo a livello nazionale e con la partecipazioni di tutti».

Il clima sembra piuttosto rovente per i pentastellati. Passata la querelle legata all’Euro e alla posizione in merito alla permanenza nell’Ue, la situazione Romana inciderà su futuri progetti di un governo nazionale a cinque stelle?

 

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