Intervista a Daniele Lupo, vice-campione olimpico di beach volley a Rio 2016
LineaDiretta24 a margine del torneo di Beach Volley organizzato da Dionisio Lequaglie presso lo stabilimento “Sogno del Mare” di Fregene il 24 Agosto, ha potuto intervistare il vice-campione olimpico di Beach Volley di Rio 2016 Daniele Lupo. Il torneo ha visto misurarsi vari atleti e atlete in ben sei categorie diverse. Amatoriale maschile e femminile, Gold maschile e femminile e la categoria professionistica maschile e femminile. Alla fine, la coppia vincente del torneo maschile professionistico sponsorizzato dal Bisonte è stata quella composta dal fratello dell’azzurro Daniele Lupo e dal suo compagno di squadra Vanni che hanno dominato una pur bella finale con il netto risultato di 2-0. Ovviamente l’invitato speciale dell’evento era proprio Daniele Lupo che, a Fregene, è letteralmente uno di casa, di cui di seguito vi proponiamo l’intervista integrale.
Daniele, intanto complimenti per la vostra splendida impresa da parte di tutta la redazione di LineaDiretta24, che ricordo porti con te dell’esperienza Olimpica? Hai provato qualche emozione particolare?
«Sicuramente c’è stato un po’ di rammarico per la finale persa. Per fortuna ora sono qui a Fregene con tutti i miei amici e mi sto godendo la medaglia d’argento vinta a Rio».
Come cambia la vita a un ragazzo che pratica uno sport come il beach volley, quindi non uno sport tradizionalmente popolare, e torna a casa da vice-campione Olimpico, popolare e conosciuto in tutta Italia?
«La mia vita non è cambiata molto, anzi, è sempre la stessa. Mi piace stare qui con i miei amici quindi da questo punto di vista non è cambiato nulla rispetto a prima. La cosa veramente importante l’abbiamo fatta per il nostro sport, grazie a questa medaglia tanta gente, che magari non conosceva il beach, si sta avvicinando al nostro sport e questa è la soddisfazione più grande».
A proposito del vostro sport, come sono i rapporti tra voi e la federazione di Pallavolo? Che tipo di trattamento viene riservato agli atleti di beach?
«La federazione ci è sempre stata molto vicina, anche se sicuramente ci sono dei margini di miglioramento. La speranza è che le cose in futuro migliorino sempre più per tutto il movimento. Mi sento di ringraziare personalmente il presidente Malagò che mi è stato vicino e mi sta aiutando molto in questo momento».
Prima della vostra impresa Olimpica il trattamento della federazione era lo stesso? C’è qualche suggerimento o una ricetta di Daniele Lupo per migliorare la condizione del beach volley?
«Il mio suggerimento principale resta quello di divertirsi. Solamente divertendosi in quello che si fa si riesce a migliorarsi costantemente e a crescere. Da questo punto di vista non ho aspettative o consigli per quello che riguarda l’operato della federazione, io da giocatore posso dire che alla base di tutto deve esserci il divertimento».
Il giorno della finale Olimpica abbiamo avuto il piacere di intervistare il tuo primo coach, Dionisio Lequaglie. Che rapporto e quali ricordi ti legano a lui?
«Dionisio è come un secondo padre per me. Sono cresciuto insieme a lui e abbiamo passato moltissimi momenti insieme, era spesso ospite della mia famiglia e altrettanto spesso io sono stato ospite da lui, il nostro rapporto è molto più che semplicemente sportivo. Dionisio è una grande persona e mi ha insegnato tanto, non solamente sul beach volley. La sua più grande qualità è sicuramente l’umiltà e questa dote è quella che rispecchia maggiormente la mia coppia con Paolo Nicolai. Posso dire che l’umiltà è il segreto del nostro successo».
La finale non era preventivata all’inizio dell’esperienza Olimpica e anzi è arrivata quasi come una favola dopo una partenza difficile. Qual è il ricordo più prezioso che porti con te di tutte le Olimpiadi di Rio?
«Il torneo era molto equilibrato e all’inizio non c’erano delle vere coppie favorite per la finale. Il momento più emozionante di tutti è stato sicuramente quando sono salito sul podio e mi hanno messo la medaglia al collo. Un’emozione che non dimenticherò mai, un momento unico».
Nel corso della tua carriera hai dovuto affrontare anche un momento difficile, quando ti venne diagnosticato un tumore osseo. Hai mai temuto per la tua carriera o c’è stato un momento in cui hai creduto che non avresti più potuto giocare?
«No, per fortuna non ho mai temuto davvero di dover smettere di giocare a beach volley ma un po’ di preoccupazione per la mia salute c’è stata. Per fortuna ora è tutto finito e quello resta solamente un brutto ricordo del passato. Ora sono qui e penso solamente a godermi questo momento».
Quali sono i progetti per il futuro di Daniele Lupo, hai un sogno da realizzare?
«Al momento non ho nessun progetto. Dopo le fatiche di Rio penso solamente a godermi le meritate vacanze che mi stanno aiutando anche a liberare la mente. Al resto penserò più avanti. Il mio sogno resta quello di diventare campione Olimpico di beach volley, arrivando a prendere la medaglia d’oro che mi è mancata a Rio. Quindi il mio pensiero è già rivolto a Tokyo 2020».
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