Erba mafiosa sui Nebrodi: 21 arresti
Si chiama “triade” l’operazione compiuta sui monti Nebrodi dai Carabinieri che ha portato all’arresto di 21 persone tra Messina e Siracusa con l’accusa di produzione di stupefacenti. Gli agenti dell’Arma hanno sequestrato una piantagione di cannabis sui Nebrodi, in provincia di Messina, che secondo gli inquirenti erano affare delle famiglie mafiose di Tortorici che avrebbero utilizzato la droga per rifornire le piazze di spaccio controllate dalle suddette famiglie a Barcellona Pozzo di Gotto ed a Milazzo. Gli arresti compiuti dall’Arma sono stati effettuati su ordine del GIP di Messina su richiesta della DDA della stessa città.
Quasi due mesi or sono era scattata l’operazione “senza tregua” che colpiva le stesse famiglie. Era il 30 maggio scorso quando la Polizia di Stato del Commissariato di Capo d’Orlando e della Squadra Mobile di Messina in esecuzione del provvedimento firmato dal GIP di Messina arrestarono 23 persone tra cui Antonio Foraci boss emergente di Tortorici. Secondo gli inquirenti le famiglie di Tortorici si sarebbero negli anni affrancate da quelle dominanti nella provincia di Messina a causa dello stato di detenzione dei relativi boss ed avrebbero assunto col tempo un ruolo dominante nello spaccio soprattutto della costa tirrenica. Ma non solo: i tortoriciani avrebbero anche contatti diretti con le cosche catanesi e calabresi insieme alle quali gestivano estorsioni e altri affari illeciti. A delineare questo quadro fu Guido lo Forte il Procuratore di Messina che annunciò anche che molto probabilmente la vicenda avrebbe avuto ulteriori sviluppi. Forse gli arresti di ieri sono la naturale conclusione delle indagini e delle risultanze di quella prima ondata di arresti che colpì le cosche a fine maggio.
Il collegamento tra queste operazioni e l’attentato a Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi (in cui è stata trovata la piantagione di cannabis), già minacciato più volte dalla mafia, non sono state nè smantite nè confermate dagli inquirenti a causa del fatto che parte delle indagini è ancora in corso e quindi ancora secretata.