Strage di Nizza, le strategie di sicurezza in Italia
Negli ultimi giorni i notiziari e le prime pagine di giornali sono stati dei veri bollettini di guerra, volti a delineare uno scenario violento e crudele in cui le parole più ridondanti sono strage, morti, feriti. A otto mesi dall’attentato al Bataclan di Parigi, la Francia è stata di nuovo il bersaglio di quei terroristi che stavolta hanno deciso di colpire Nizza, mediante un atto di nefandezza alieno, mai svoltosi così fino ad ora. Nel bel mezzo della festa del 14 Luglio, giorno della festa nazionale francese, tra fuochi d’artificio, musica e celebrazioni, un tir bianco si è scagliato a circa 80 km orari sulla folla riunita sulla Promenade des Anglais, con l’intento di eliminare vite umane e lanciare un messaggio di terrore.
Un messaggio figlio di quello stesso fondamentalismo islamico che il 13 Novembre 2015 sferrò una serie di atti terroristici in 6 zone diverse della Capitale francese, fra cui il più sanguinoso fu quello presso il teatro Bataclan. Così come la stessa ideologia era alla base dei motivi che spinsero gli attentatori, il 7 Gennaio 2015, a insidiarsi nella redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo a Parigi, per sparare a tutti coloro che si trovavano nella struttura perché “colpevoli” di aver creato una vignetta che ridicolizzava Maometto. Dall’11 Settembre 2001 ad oggi, sono stati diversi gli attentati terroristici avvenuti in Europa e tutti i responsabili di questi massacri hanno l’impronta di un fondamentalismo islamico in cui regna sovrana una teocrazia estremista che è oramai divenuta parte integrante di questa cultura.
Strategie antiterrorismo
Ad oggi lo Stato Italiano è in lutto per gli 84 morti della strage di Nizza – tra cui 10 bambini e 50 feriti in fin di vita – e per quegli italiani ancora da rintracciare dopo l’attentato terroristico. Le misure di sicurezza sono state rafforzate ai confini dell’Italia per paura che si possa ripetere quanto accaduto con l’attentato dello scorso 13 Novembre al Bataclan, subito dopo il quale un terrorista riuscì ad arrivare in Belgio, trovando una via alternativa tra i posti di blocco che tappezzavano lo Stato. Per questo, negli ultimi giorni si è riunito anche il Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo con lo Stato Maggiore della Difesa, le Forze dell’Ordine e i Servizi, così da poter coordinare nel miglior modo le misure di sicurezza: «Le nostre strutture di intelligence e delle forze di polizia lavorano 24 ore al giorno per fare il massimo della prevenzione – ha dichiarato il Ministro Alfano – nonostante questo nessun Paese può dirsi a rischio zero».
Controlli militari alle frontiere
Per quanto riguarda le misure di sicurezza alle frontiere, sono scattati controlli minuziosi su tutti i veicoli che stanno entrando in Italia dai tre valichi minori. Sono stati, inoltre, rafforzati i controlli italiani a Ventimiglia – il comune italiano al confine con la Francia – dove tra i banchi del mercato sono apparsi manifesti con il tricolore francese e manifesti con su scritto “Je suis Nice et la France”. Al momento, molti investigatori stanno facendo indagini per comprendere se ci fossero dei terroristi che, dopo essersi mescolati nella folla durante la strage, potrebbero ora essere in fuga verso l’Italia: «Abbiamo avuto notizia che fuggitivi potessero essersi diretti in Italia – ha detto un dirigente della polizia – ma per ora non abbiamo riscontri concreti». Allertati anche i reparti speciali del Gis dei Carabinieri i Nocs della Polizia di Stato. Tra le zone più sensibili rientrano le frontiere aeroportuali e marittime, le metropolitane e i terminal ferroviari.
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