Euro 2016: Italia, il sogno continua
Parigi – Continua il sogno azzurro a Euro 2016, l’Italia raggiunge i quarti di finale asfaltando una brutta Spagna dopo novanta minuti tatticamente perfetti. Un capolavoro targato Antonio Conte che, da grande motivatore, è riuscito a trasmettere le sensazioni giuste a un gruppo normale che sta superando i propri limiti grazie al lavoro e all’abnegazione, veri marchi di fabbrica del suo credo calcistico.
ITALIA-SPAGNA 2-0 Il sogno azzurro continua
Pronti via e l’Italia è già all’attacco, pressa alto e riparte con gran velocità, sorprendendo una lenta e compassata Spagna in balia di un tikitaka sempre più sterile e inconsistente. Al quarto d’ora, sotto una pioggia battente, sono già tre le occasioni da rete per gli azzurri: destro di Eder, colpo di testa di Pellè e rovesciata di Giaccherini deviata dall’ottimo De Gea – il migliore dei suoi – sul palo. Buffon è chiamato in causa solo una volta su un debole tiro di Iniesta e alla mezz’ora la supremazia azzurra si concretizza grazie a un paio di minuti di follia di un Sergio Ramos in evidente difficoltà: prima rischia una goffa autorete, poi stende ingenuamente Pellè al limite dell’area. Punizione bomba di Eder, De Gea non trattiene e il furetto Giaccherini anticipa tutti riuscendo a servire Chiellini che, in comodo tap-in, regala agli azzurri uno strameritato vantaggio. Italia padrona del campo ed è ancora De Gea a superarsi su Giaccherini evitando la disfatta. Primo tempo a senso unico e vantaggio minimo che sta stretto all’Italia che concede alla Spagna appena il 53% di possesso palla. Il sogno azzurro si sta materializzando.
Del Bosque rimpiazza uno spento Nolito con Aduriz mentre Conte sacrifica un acciaccato De Rossi inserendo Thiago Motta che abbassa il baricentro azzurro permettendo alle furie rosse di avanzare a folate, ma è sui piedi di Eder, ottimamente imbeccato da un colpo di tacco di Pellè, che si materializza l’occasione più ghiotta per chiudere il match: destro a botta sicura, ma ancora una volta è De Gea a salvare i campioni in carica. Esce un evanescente Morata per Lucas Vazquez e nell’ultima mezz’ora si soffre: Aduriz, Iniesta e Sergio Ramos provano a ribaltare l’inerzia del match che scivola via tra mischie in area e sostituzioni. Dentro Darmian e Insigne per Florenzi ed Eder e comincia l’estenuante conto alla rovescia, ma al minuto ’89 è il guanto di San Gigi Buffon a negare a Piquè la palla del pareggio che avrebbe avuto il sapore della beffa. Pericolo scampato e ripartenza azzurra con i due neo entrati che confezionano il raddoppio in pieno recupero: Insigne sventaglia per Darmian che serve a Pellè un comodo assist che il bomber trasforma a botta sicura. Game, Set, Match. Un incontenibile Conte si gode il meritato trionfo, loda i suoi ragazzi e già pensa ai quarti dove ad attenderci ci saranno i panzer, campioni del mondo. Partiremo sfavoriti anche contro la Germania, ma i quarti raggiunti e le prestazioni contro Belgio e Spagna sono un’ottima iniezione di fiducia, sintomo inequivocabile di una consapevolezza raggiunta. Ora bisogna recuperare Candreva e De Rossi e partire alla volta di Bordeaux a testa alta, vada come vada. Il sogno azzurro continua!
INGHILTERRA–ISLANDA 1-2
Nizza – Finisce nel peggiore dei modi l’Europeo dell’Inghilterra dopo una settimana di pathos e un referendum cruciale per le sorti del Paese. Si dimette un deluso Roy Hodgson che non è riuscito a trasmettere la carica e l’adrenalina necessarie a una nazionale troppo brutta per essere vera, ma il merito va dato anche all’Islanda, vera rivelazione di questo europeo, che vince con pieno merito e continua sognare a occhi aperti insieme ai suoi tremila sostenitori. Partenza a razzo e al 4’ inglesi già in vantaggio: Halldorson travolge il lanciato Sterling in uscita e penalty indiscutibile: Rooney trasforma. Il cammino sembra tutto in discesa, ma, mentre ancora si fa festa sugli spalti, l’Islanda ha già pareggiato. Su un cross in area è un indisturbato Arnasson a fornire di testa un assist per Sigurdsson che appoggia in rete da pochi passi. Lo stato confusionale della retroguardia inglese prosegue al minuto ’18: Bovardsson e Sigthorsson duettano allegramente nelle praterie con quest’ultimo che sorprende un colpevole Hart con un destro non irresistibile. Inghilterra frastornata e minata nelle sue poche sicurezze, Islanda carica e consapevole dell’impresa possibile, ma manca ancora più di un’ora e c’è ancora tutto il tempo per recuperare. Col passare dei minuti emergono sempre più l’ordine tattico e l’abnegazione dei vichinghi e sempre meno la qualità e il talento degli uomini di Hodgson che mostrano tutta la loro fragile emotività.
Secondo tempo sulla falsa riga del primo con un possesso sterile inglese che non scalfisce minimamente l’organizzazione di gioco degli undici di Lagerback, che sfiora addirittura il 3 a 1 con una rovesciata di Sigurdsson, respinta goffamente da Hart. Girandole di cambi con Vardy al posto di un inconcludente Sterling e Rashford per un irriconoscibile Rooney, che nei troppo pochi minuti in campo dimostra il suo potenziale con un paio di accelerazioni. Mischie nel finale e un paio di occasioni fallite da Kane, uomo simbolo della disfatta britannica, e poco altro fino al triplice fischio finale che consegna l’Islanda alla storia e sancisce per l’ennesima volta la perenne incapacità dell’Inghilterra di dimostrare il suo potenziale negli eventi che contano. Il sogno azzurro continua anche per gli islandesi.