Corea del Nord, doppio test missilistico durante la notte
Questa notte la Corea del Nord ha testato due missili a medio raggio Musudan nei pressi di Wonsan. La notizia è stata confermata dall’agenzia ufficiale Yonhap. Il lancio del primo missile, avvenuto intorno alle 23 ora italiana (le sei del mattino in Corea del Nord), sarebbe fallito, così come fanno sapere sia il ministero della Difesa sudcoreano che lo stato maggiore Usa. Sembrerebbe infatti che il missile si sia disintegrato in mare in territorio Giapponese. Il secondo lancio, avvenuto un paio di ore dopo, è andato diversamente. Il missile, infatti, ha percorso una distanza di circa 400 Km dalla base di lancio, sempre in direzione del Giappone, prima di cadere in mare.
Questi razzi, i Musudan, avrebbero una gittata che va dai 2.500 ai 4.000 km, e sarebbero in grado di raggiungere la Corea del Sud, il Giappone e le basi militari statunitensi nel Pacifico. Il Giappone, così come gli Usa, hanno condannato questo gesto, considerato provocatorio, esprimendo proteste formali. Il premier nipponico, Shinzo Abe, ha dichiarato che questi gesti da parte del regime di Pyongyang “non possono essere più tollerati“. Concetto ribadito anche dal ministro della Difesa, Gen Nakatani, il quale ha ribadito che questi lanci, oltre a violare le risoluzioni delle Nazioni Unite, rappresentano “un atto provocatorio“. Il Giappone già da diversi giorni aveva segnalato operazioni sospette attorno alla base di Wonsan, e aveva ordinato alle proprie forze di auto difesa di neutralizzare eventuali minacce di missilistiche sul proprio territorio.
Anche il dipartimento di Stato Usa, come suddetto, ha protestato formalmente, dicendo che si continuerà a controllare in modo da evitare ulteriori provocazioni, pur precisando che i missili nordcoreani non rappresentano un pericolo per l’America. John Kirby, portavoce del Dipartimento di Stato americano, dice in una nota: “Sono provocazioni che rafforzano l’impegno della comunità internazionale a risolvere la questione delle attività proibite di Pyongyang, anche con l’ulteriore stretta delle esistenti sanzioni del Consiglio di Sicurezza”. E ancora: “Vogliamo sollevare le nostre preoccupazioni all’Onu e consolidare l’impegno internazionale per ritenere la Corea del Nord responsabile di queste provocazioni. Siamo pronti a difendere noi ed i nostri alleati da qualsiasi attacco e provocazione”.
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