NBA Finals: si va a gara 7!
Grande impresa di Cleveland, che rimonta da 3 a 1 e si giocherà tutto nella decisiva gara 7, in programma a Oakland domenica notte. Un regale LeBron James sta riscrivendo la storia di questo sport, mostrando al mondo chi sia il migliore. Il caso Green, l’uscita per falli di Curry, tutti i dubbi Warriors.
Quando venerdì scorso Golden State è passata alla The Q, portandosi sul 3 a 1. Tutti hanno pensato che le Finals fossero finite. Si trattava dello stesso svantaggio che proprio i Warriors avevano saputo rimontare contro Oklahoma, ma queste combinazioni non si verificano quasi mai due volte. A differenza dei Thunder inoltre, Golden State aveva a disposizione la partita in casa per chiudere.
L’immediato post gara 4 però ha iniziato a seminare qualche dubbio. Durante la partita c’era stato un duro scontro fra Green e James. Il lungo aveva rifilato una manata all’inguine al Prescelto, il quale si era anche lamentato per un trash talking dell’avversario andato a suo avviso oltre le righe. Il colpo è costato a Green la squalifica per gara 5 a causa del raggiunto limite di Flagrant Foul, già sfiorato in finale di Conference dopo gli scontri con Adams. Kerr ha così perso l’elemento che era stato sino a quel momento più continuo nelle quattro partite e che stava facendo dimenticare gli errori della serie con Oklahoma. Green non ha potuto neanche seguire la partita alla Oracle Arena, si è dovuto recare nell’adiacente stadio di baseball in attesa di poter entrare al fischio finale per gli eventuali festeggiamenti.
Ciò non è avvenuto perché Cleveland schiera James e Irving. Servirà gara 7, dunque. I due hanno compiuto lunedì a Oakland un’impresa senza precedenti nelle Finals: due giocatori della stessa squadra in grado di segnare almeno quaranta punti (41 per entrambi), con LeBron capace di aggiungervi 16 rimbalzi. Non è bastata ai Warriors la prova magistrale di Klay Thompson; l’insistita scelta di andare da tre, a scapito del gioco nel pitturato, ha pagato per tutta la stagione ma non sta funzionando in questi playoff. Comprensibile come la squadra paghi in fisicità nel confronto, specie senza Green, ma alcuni contropiedi aperti si sarebbero potuti chiudere più agevolmente con due punti. Le prodezze delle due stelle di Cleveland e gli errori al tiro del terzo quarto hanno indirizzato una partita che all’intervallo era sul 61 pari. Golden State ha chiuso col 36% dal campo, ancora più indifesa sotto i tabelloni dopo l’uscita di Bogut. Il centro australiano non stava disputando grandi Finals, ma l’infortunio al ginocchio, che lo costringerà all’operazione, è un problema per Kerr.
L’approccio dei detentori nella gara di stanotte è stato da incubo: 5′ con 0 su 7 al tiro, due palle perse, uno 0-8 subito da rimontare. Ancora una volta, LeBron James ha dominato la partita e gli avversari. I Cavs si sono spinti fino al 70 a 46 a inizio ripresa, prima di subire una furiosa rimonta ispirata da Thompson. Quando a 8’07” dal termine Barbosa ha infilato il canestro del -8 sembrava che la storia potesse mutare. I Warriors avevano però Curry gravato di falli e dalla parte opposta ha continuato a imperversare LeBron. Il Prescelto ha messo 17 punti nel solo ultimo quarto, replicando i 41 di gara5 e diventando il primo giocatore da Shaq nel 2000 a mettere almeno 40 punti in due Finals di fila. Irving è stato meno ispirato, Love quasi irrilevante, buona la prova di JR Smith, eccellente quella di Tristan Thompson, implacabile sotto i tabelloni con 16 rimbalzi. Curry è rimasto a lungo in campo con 5 falli, ha commesso il sesto a 4’22” dalla fine e la sua partita, comunque valida con 30 punti malgrado i tanti tiri presi, è finita lì. Per l’mvp è la prima uscita anticipata da tre anni e l’ha vissuta come un’ingiustizia, ha gettato il paradenti urlando il suo disappunto mentre usciva. Le polemiche sono proseguite negli spogliatoi, Kerr ha parlato di tre falli su sei inventati, la moglie di Steph, Ayesha, ha inviato un tweet polemico poi cancellato. Già privi di Bogut, i Warriors hanno avuto anche Iguodala limitato da problemi alla schiena. Al rientro della squalifica, Green non è stato determinante, ha impressionato in negativo la prova di Barnes, disastroso in ogni settore.
Aspettando gara 7
Tutto azzerato, si riparte da Oakland. Sarà la quarta gara 7 nelle Finals degli ultimi vent’anni. Una partita senza appello che la fa somigliare al SuperBowl. Nessuno mai ha conquistato il titolo da 1 a 3: solo due squadre, i Knicks nel ’51 con Rochester e i Lakers nel ’66 con i Celtics sono approdati a gara 7, perdendola (New York era risalita addirittura da 0-3). La pressione sarà massima per entrambe, da un lato abbiamo la maledizione delle 73 vittorie che torna a fare capolino, dall’altra l’attesa spasmodica di una città che non conquista un titolo dal 1964, quando vinsero la NFL i Cleveland Browns, Comunque vada, per noi è già un successo.
Twitter: @MicheleSarno76