Il futuro delle auto diesel è incerto?

Le auto alimentate a gasolio hanno incontrato costantemente le simpatie degli automobilisti sia nel nostro Paese che all’estero. Il costo del carburante inferiore a quello della benzina e il conseguente vantaggio economico per chi percorre molti chilometri sono state le leve del successo, avendo incrementato la vendita delle macchine usate o di prima immatricolazione alimentate a gasolio.
Alcune nazioni, però, hanno iniziato un percorso inverso: la Norvegia, per esempio, pur essendo uno dei maggiori produttori europei di petrolio, sta incentivando la vendita di auto elettriche. Non solo: il 2019 sarà l’anno in cui alle auto verrà vietato entrare nel centro di Oslo e si stima che entro il 2030 le emissioni di CO2 saranno ridotte del 95% rispetto al 1990. Iniziative contro le vetture inquinanti, simili a quelle norvegesi, sono oggetto di polemica in Francia, dove il sindaco di Parigi Anne Hidalgo punta il dito contro i veicoli diesel. Scatterà, infatti, il 1° luglio il divieto di percorrere la tangenziale per i mezzi più inquinanti (quelli classificati con 1 stella) ed entro il 2020 ci sarà il blocco delle vetture immatricolate entro il 2010.

I commercianti chiedono tempi diversi per poter rinnovare il parco auto e gli autotrasportatori mettono in evidenza due problemi: i mezzi prodotti per il lavoro dalle case automobilistiche sono per la maggior parte dotati di motore diesel mentre, per quanto riguarda i veicoli a gas, la rete distributiva non è abbastanza estesa. Ma, nonostante le proteste legate soprattutto ai tempi di attuazione, la lotta all’inquinamento continua e per chi si doterà di auto elettriche saranno erogati incentivi governativi. C’è di più: il piano-Hidalgo prevede aiuti alle imprese per l’acquisto di mezzi alimentati con energia pulita (elettrici o a gas) e una sovvenzione a fondo perduto di 400 euro per chi vorrà acquistare una bicicletta. Il 2020 sarà la data che vedrà una radicale trasformazione del parco auto francese, in cui l’80% dei motori è diesel. Il motivo del progetto di mobilità ecocompatibile è da ricercare nelle pericolose particelle di NO2 (diossido di azoto) emesse dai motori alimentati a gasolio che arrecano gravi danni al sistema respiratorio e a quello circolatorio. Inoltre i polmoni possono accusare effetti seri e irreversibili anche dopo lungo tempo se le sostanze dannose sono state inalate a basse concentrazioni.

I motori diesel non sono sicuramente ecologici ma ad aggravare la percentuale di emissioni hanno collaborato le rimozioni dei filtri FAP. Il filtro antiparticolato, che a seconda delle tecnologie è il FAP o DPF, ha causato diversi problemi agli automobilisti e molti, a rischio di denuncia penale e di sanzione, hanno deciso per la rimozione. Questo ha determinato un aumento considerevole di emissioni nocive con livelli di NO2 molto più elevati di quelli indicati dalle disposizioni dell’Unione Europea. Oslo e Parigi, però, sembrano non essere le uniche che pianificano una mobilità totalmente green: anche l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson, persegue gli stessi obiettivi anche se il percorso previsto vede tempi più lunghi e meno stringenti.