Marco Pannella è tornato nella sua Teramo, città natale del fondatore dei Radicali, accolto da una celebrazione nel palazzo comunale del capoluogo abruzzese. Una commemorazione e un lungo applauso ha accompagnato la tumulazione della salma presso il cimitero di Cartecchio di Teramo. Sulla bara sono stati appoggiati un drappo bianco, la bandiera del Tibet e un pacchetto di sigari Toscanelli.

Marco PannellaLa città natale di Marco Pannella, deceduto a Roma il 19 maggio scorso, è accorsa per dare l’ultimo saluto al leader; la bara infatti è stata accolta da un migliaio si persone. Presenti anche esponenti politici del luogo, il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, il presidente della Provincia, Renzo di Sabatino, il rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’amico e il parlamentare Paolo Tancredi. Tra i presenti, inoltre, anche Laura Hart e Matteo Angioli, i quali si sono stretti in un lungo abbraccio con il sindaco. I due amici hanno infatti vissuto insieme al leader i 100 giorni alla ‘panetteria‘ e sino alla fine lo hanno voluto accompagnare. A rendere omaggio alla camera ardente anche il vescovo di Teramo, Michele Seccia, che ha voluto ricordare un aneddoto studentesco in ricordo del defunto: «Sono vissuto nello stesso isolato, in via Santa Chiara 42, quando tra i miei studi di filosofia e teleogia alla Statale di Roma, negli anni davvero ruggenti dopo il 68′, sognavo fare sintesi: ecco sono qui e ho fatto la mia sintesi, ognuno fa la propria. Ognuno sceglie ciò in cui crede, ma alla fine la verità si ritrova sempre».

Infine, tra gli esponenti del Partito Radicale, dopo le celebrazioni laiche tenutesi in Piazza Navona a Roma, erano di nuovo presenti Emma Bonino e la compagna di Marco Pannella, Mirella Parachini. Da annotare le caustiche dichiarazioni del candidato sindaco a Milano del partito radicale, Marco Cappato: «La grande lezione di Pannella è che non c’è bisogno del potere per realizzare le cose. Sarebbe penoso quindi se tra noi Radicali ci fosse una guerra di fazioni. Pannelliani contro amici di Bonino? Sono discorsi del cavolo». Quasi a voler presagire un nuovo futuro politico per il partito.

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