Cristoforo Colombo, ritrovata la missiva sulla scoperta dell’America

Il 12 ottobre del 1492, con tre caravelle, la Ninã, la Pinta e la Santa Maria e il beneplacito della Spagna, il navigatore genovese Cristoforo Colombo ci conduceva nell’Età Moderna, raggiungendo, a sua insaputa, il continente americano.

Ad annunciare la scoperta del “Nuovo Mondo”, fu lo stesso Cristoforo Colombo in una lettera stampata nel 1493, missiva di cui si erano perse le Cristoforo Colombotracce da anni. Gli investigatori hanno ricostruito la vicenda. Il documento, trafugato dalla Biblioteca Riccardiana di Firenze, era stato venduto all’asta nel 1992 negli USA e acquistato da un privato. Ma lettera non era dispersa, bensì custodita nella Biblioteca del Congresso di Washington e comprata da una casa d’aste per un’irrisoria cifra 400 mila dollari, dal momento che per gli esperti del settore il suo valore si aggira intorno a 1 milione di dollari. Ma da quanto emerge dalle dichiarazioni, la Biblioteca del Congresso di Washington non avrebbe acquistato la missiva ma l’avrebbe ricevuta attraverso una donazione. La lettera in questione fu inviata da Cristoforo Colombo nel 1493 al re di Spagna Ferdinando d’Aragona ed è stata recuperata negli Usa dai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale al termine di un’indagine iniziata nel 2012 a seguito di una denuncia di furto partita dalla Biblioteca Nazionale di Roma: anche qui si è scoperto che una seconda missiva del navigatore genovese era sta trafugata e sostituita da una copia così sofisticata tale da non riuscire a capire che si trattava di un falso. Si pensa che il furto nella Biblioteca Ricciardiana di Firenze sia stato compiuto addirittura durante gli anni Cinquanta, ma è ancora impossibile definire una datazione e una dinamica certa, dato che le indagini sono appena iniziate. Il ministro Dario Franceschini ha rassicurato attraverso un messaggio su twitter che “Tornerà, grazie ai Carabinieri Tpc, alla Biblioteca Riccardiana la lettera di Colombo sulla scoperta dell’America”. Durante la conferenza stampa nella Biblioteca Angelica di Roma di mercoledì 18 maggio, il ministro Franceschini insieme all’ambasciatore americano in Italia John R. Phillips e il comandante dei carabinieri Ignazio Mossa, hanno provato a far luce sul mistero del manoscritto. Ma i problemi restano numerosi poiché esistono molte copie della lettera e altrettante riproduzioni. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno fatto degli accertamenti anche su Marino Massimo De Caro, l’ex direttore della Biblioteca dei Girolamini, il quale è stato condannato dalla Corte dei Conti di Roma per «il danno originato dall’asportazione e spoliazione tra giugno 2011 e aprile 2012 di libri o di manoscritti di enorme valore o di pagine degli stessi e di incunaboli e carte geografiche facenti parte delle preziosissime raccolte della biblioteca costituita tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII dai Padri Filippini e divenuta governativa nel 1866».

“L’importante non era quel Nuovo Mondo, che magari poteva anche inabissarsi. Colombo infatti morì senza quasi averlo visto, e in pratica senza sapere che cosa aveva scoperto. L’importante sta nella vita, soltanto nella vita, nel processo della sua scoperta, in questo processo continuo e ininterrotto, e non nella scoperta stessa!” scriveva Fëdor Dostoevskij, ne L’idiota. E forse è stato proprio così.

 

Vai alla home page di LineaDiretta24

Leggi altri articoli dello stesso autore

Twitter: @_mchiara