Debutto al Teatro Vascello per i “Peperoni Difficili” di Rosario Lisma

Peperoni difficili è la domestica pièce scritta, diretta e interpretata da Rosario Lisma protagonista insieme ad Anna Della Rosa, Ugo Giacomazzi e Andrea Narsi. In scena al Teatro Vascello fino al 15 maggio.

Attenzione! Non si tratta di una commedia vegana. Si spera che almeno il teatro rimanga il più a lungo possibile estraneo a mode alimentari e all’invasione social televisiva dell’ossessione per il cibo.

Peperoni difficili è la traduzione italiana di una ricetta africana dagli innumerevoli ingredienti e lunghissima preparazione che Maria, sorella del parroco Giovanni, decide di preparare per la sua cena di benvenuto dopo una lunga esperienza in Africa da missionaria.

peperoni difficiliLa cena è il climax di tutta la commedia. I dialoghi sono veloci e spesso brutalmente comici. E’ un atto centrale divertente e l’unico capace di porre gli interrogativi che lo scopo della storia suggerisce: la verità paga sempre? È sempre giusto essere sinceri con i nostri affetti oppure è proprio una bugia a volte a proteggere i nostri rapporti?

Tutto questo è tradotto sul palcoscenico dall’apprensione di Giovanni, il padrone di casa Rosario Lisma, parroco e cuore di una piccola comunità. A scombussolare la sua quotidianità ci sono i fratelli Filippo e Pietro, il primo depresso perché lasciato dalla moglie che già si consola con un altro. Il secondo, portato in scena da un irresistibile Ugo Giacomazzi, è Pietro, acculturato e ironico, quasi inconsapevole di essere spastico e che tutti si ostinano a definire semplicemente maldestro. Ci voleva la schiettezza di Maria e il suo rifiuto per le ipocrisie per schiaffeggiare in faccia a tutti la verità, provocando incubi notturni, crisi di panico e domande esistenziali ovviamente irrisolte.

Il personaggio di Maria, piomba letteralmente da un altro mondo a mettere in crisi, senza alcun diritto, la vita dei tre amici. Pur essendo responsabile di tutte le conseguenze della messa in scena, la sua apparente spontaneità sembra rimandare a un qualcosa di non definito o in ogni caso ad una sua ingiustificata ricerca della perfezione.  Questo elemento insieme al personaggio troppo stereotipato di Filippo, interpretato da Andrea Narsi, e alla durata di alcuni dialoghi marcatamente filosofici che allungano i tempi di scena rischia di alleggerire l’entusiasmo dello spettatore che nel tinello della parrocchia, dove si svolge tutta la commedia, aspetta un colpo di scena che non arriva.

Le bugie “bianche” di Giovanni sono salve. Meglio così.

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