TTIP: c’è chi dice NO [VIDEO]
Per la prima volta dall’inizio dei negoziati, Roma è stata teatro sabato scorso di una manifestazione nazionale in opposizione al Transatlantic trade and international partnership (TTIP). Nonostante l’imbarazzante silenzio sui mezzi d’informazione nazionali, sono in molti ormai a conoscere i punti cardine intorno ai quali gravita questo trattato commerciale di libero scambio tra Europa e Stati Uniti: eliminazione delle barriere doganali tra Ue ed Usa, creazione di un’area di libero mercato tra i due continenti (equivalente a quasi il 40% del commercio globale), riduzione dei vincoli amministrativi alla libera circolazione delle merci e tante altre questioni che possono essere approfondite qui. Basti sapere che chi sta negoziando per la conclusione di questo trattato internazionale (la commissione Europea nel caso dell’Ue) lo sta facendo nel massimo della segretezza, lasciando i comuni cittadini all’oscuro di accordi commerciali che, qualora entrassero in vigore, comporterebbero un radicale cambiamento nella società. Ogm dagli Usa, neutralizzazione delle certificazioni alimentari e il diritto per le multinazionali di citare in causa uno stato sovrano sono solo alcuni dei punti di criticità che emergono da ciò che è stato fatto trapelare.
A dispetto dell’iniziale maltempo le forze in campo sono state ben volenterose di esprimere il proprio dissenso riguardo il TTIP: tra queste si annoverava la presenza di sindacati, vari esponenti del movimento 5 stelle, partito comunista, movimento per l’acqua pubblica, greenpeace, il comitato promotore dell’evento stopttipitalia e tante altre associazioni territoriali.
Faceva il suo esordio anche la neonascente forza parlamentare “Alternativa per l’Italia” (presentata presso il Senato della Repubblica lo scorso 4 maggio), esordio del quale è sembrato essere a tutti gli effetti soddisfatto Franco Trinca, esponente dello stesso partito e presidente dell’associazione NOGM, il quale ha rivendicato con decisione ai nostri microfoni la posizione fin da subito chiara di ALI in materia di politica internazionale, dichiarando che il TTIP rappresenta: «un attacco alla democrazia, in quanto gli accordi di questo sono segreti e a dimostrazione di ciò è noto che i negoziatori Americani ed Europei non vogliano far vedere nulla. Qualcosa però è filtrato (si riferisce al ttipleaks della scorsa settimana, 284 pagine di documenti desecretati che puoi scaricare qui ndr), qualche parlamentare lo ha fatto filtrare». Trinca si scaglia in particolare contro la clausola ISDS, grazie alla quale le multinazionali potrebbero far causa agli stati sovrani in caso di controversie tra atti legislativi ed interessi economici delle stesse corportations: «se uno stato intende elidere dal prontuario farmaceutico questo farmaco perchè fa male, è superato, oppure c’è di meglio, non è libero: questo andrebbe a ledere l’interesse della multinazionale, che andrebbe così a citarlo in giudizio presso tribunali internazionali che Dio solo sa da chi sono composti e a chi rispondono».
Il corteo ha intrapreso la sua marcia pacifica tra striscioni contro il capitalismo e goliardiche dichiarazioni d’amore per il proprio territorio e per la cultura insita in questo. Non sono mancati però alcuni momenti di tensione, come nel caso di un agricoltore ,che nel climax del proprio intervento al microfono ha inveito contro il sionismo, venendo letteralmente messo a tacere da due manifestanti che erano nelle immediate vicinanze. A parte questo piccolo episodio, catturato dalle nostre telecamere, il corteo ha continuato la propria marcia verso Piazza San Giovanni, dove in serata è andato in scena un concerto, senza particolari problemi.
Tra le fila del corteo è spuntato anche il candidato sindaco di Roma (nonostante per il momento la sua lista sia bloccata) Stefano Fassina il quale si è dichiarato contestatore convinto del TTIP fin dall’inizio dei negoziati, oltre ad auto-promuoversi strenuo difensore dei diritti del cittadino, forse una presa di posizione un po’ eccessiva per chi ai tempi del voto parlamentare del pd favorevole al fiscal compact e all’inserimento del pareggio di bilancio in costituzione era responsabile economico nazionale dello stesso partito (pur non presenziando in parlamento).
Come in precedenza accennato, sono 13 gli articoli consolidati del TTIP fatti trapelare in settimana da greenpeace Olanda, ma basta un rapido esame per accorgersi della loro complessità. Proprio per questo abbiamo domandato al direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, quale debba essere il primo riferimento per un cittadino che tenta d’informarsi riguardo al TTIP: «un accordo commerciale non deve essere fatto a discapito delle tutele. Noi non avremmo nulla in contrario rispetto a questo accordo commerciale se si mettesse insieme la parte migliore della normativa americana (che in alcuni settori è migliore della nostra) e la parte dove è invece l’Europa ad avere una situazione migliore» ha risposto il direttore, dichiarando inoltre che «a poco valgono le petizioni di principio per cui la commissaria Europea (Cecilia Malstrom ndr) ha detto che certe cose non si toccano perchè dal dibattito che si vede nel testo consolidato è evidente che da parte Americana ci sia un tentativo di forzare».
Tiziana Beghin, parlamentare Europea per il M5s, ci ha invece spiegato, grazie alla sua esperienza diretta, quanto sia difficile accedere ai trattati depositati presso lo stesso Europarlamento: «noi possiamo entrare in queste stanze segretate su appuntamento, chiaramente il tempo massimo che riusciamo a stare in questa sala essendo priva di luce e di aria è massimo di 2 ore. C’è un funzionario del parlamento sempre presente, ci controlla all’ingresso e dobbiamo lasciare all’esterno cellulari, macchine fotografiche, penne e qualsiasi cosa ci permetta di prendere appunti». Dunque non una grande prova di trasparenza, come vi avevamo già raccontato qualche tempo addietro.
Cecilia Malmstrom ha dichiarato la scorsa settimana che tutto il polverone sollevato da TTIPleaks sarebbe in realtà “una tempesta in un bicchiere d’acqua”. Secondo il commissario Europeo per il commercio infatti, la ratifica del trattato dovrebbe passare prima dal voto dei parlamenti nazionali degli stati membri.
Non dello stesso avviso è l’eurodeputato del movimento 5 stelle Fabio Massimo Castaldo, il quale ai nostri microfoni ha osservato che: «non c’è garanzia in quanto c’è in questo momento una controversia davanti alla corte di giustizia dell’UE riguardante il Ceda, che è un trattato di libero commercio tra Canada e UE, recante la stessa problematica del TTIP, ovvero la clausola ISDS. Si è chiesto se effettivamente questo trattato, considerando che va a toccare le cosiddette barriere non tariffarie, quindi diritto dei consumatori, diritto alla salute, all’ambiente e tanti altri debba essere votato in quanto trattato misto sia dal parlamento europeo che dai parlamenti nazionali». Secondo Castaldo sarebbe quindi la futura sentenza della Corte di Giustizia a fare giurisprudenza sulla questione e a decidere se effettivamente il TTIP passerà attraverso i parlamenti nazionali. Ma ripensando al complesso delle pronunce di Strasburgo nella storia Europea non si possono dormire di certo sonni tranquilli.
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