Pensione anticipata? Risoluzione di maggioranza sul Def

Incalzati dal tam tam rimbalzato in questi giorni sui media, si è parlato molto delle novità legate alla riforma delle pensioni, tra flessibilità, quota 41, legge Fornero e INPS. Un vortice di cambiamenti, quelli appena elencati, su cui proveremo a fare un po’ di chiarezza.
Al centro del dibattito è la formula della pensione anticipata che si incarica di garantire maggior flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Si tratta di un piano che consente a chi è prossimo alla pensione di terminare prima la sua carriera. La proposta è stata fatta dal Presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, Tito Boeri, il quale, a seguito di alcune disapprovazioni iniziali, ha riscontrato molti consensi. Da pochi giorni entrambi i lati del Parlamento, infatti, hanno approvato la risoluzione di maggioranza sul Def nel quale il governo si impegna «ad adottare ogni iniziativa utile a promuovere, negli aspetti degli obiettivi di finanza pubblica indicati nel Documento di Economia e Finanza, interventi in materia previdenziale volti ad introdurre elementi di flessibilità per quanto attiene all’età di accesso al pensionamento, anche con la previsione di ragionevoli penalizzazioni, nonché interventi, anche selettivi, in particolare nei casi di disoccupazione involontaria e di lavori usuranti».

Camera dei Deputati - Fiducia governo Renzi

La formula per la pensione anticipata sulla quale ora sta lavorando il governo è stata comunicata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, durante un’intervista al Messaggero, promettendo che i dettagli della proposta ufficiale saranno resi noti nel documento che il Governo formulerà entro maggio e sottolineando che i tempi dei provvedimenti rimarranno comunque quelli della fine dell’anno. I destinatari della nuova formula di pensione anticipata vengono raggruppati in 3 categorie: la prima è quella delle persone che desiderano andare in pensione anticipatamente per motivi personali; alla seconda appartengono coloro che hanno necessità di andare in pensione prima, perché hanno perso il lavoro e sono lontani dai requisiti della quiescenza; della terza fanno parte i lavoratori che l’azienda vuole mandare in pensione anticipatamente per ristrutturare l’organico aziendale.
A tale proposito, è stato Tommaso Nannicini, durante l’intervista, a dichiarare che «si potrebbe provare a creare un mercato di anticipi pensionistici, che oggi non c’è, coinvolgendo Governo, INPS, banche e assicurazioni». In particolare per la prima categoria, l’accesso alla pensione significherebbe una riduzione dell’assegno di una percentuale del 3-4% e un anticipo massimo di tre anni; per la seconda, la penalizzazione sull’assegno non sarebbe più a carico del lavoratore, ma dello Stato; infine per la terza categoria, i costi dell’anticipo sarebbero a carico della stessa azienda. È prevista, quindi, una netta diversificazione delle penalizzazioni in base alle categorie di destinatari a cui sono rivolte.

L'intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini in occasione della decima edizione del Premio Marco Biagi all'interno della sede de 'Il Resto del Carlino' a Bologna 18 marzo 2016.ANSA/GIORGIO BENVENUTI

 

È un dibattito ampio, quello sulla pensione anticipata adottata dal governo, che incide anche su altre due facce della medaglia, la legge Fornero e la Quota 41. Sulla legge Fornero interviene il segretario generale dell’Unione Italiana del Lavoro, Carmelo Barbagallo, il quale afferma che una delle principali cause degli incidenti sul lavoro è l’avanzare dell’età e questa è un’altra delle ragioni per cui è necessario rendere flessibile l’accesso alle pensioni. E poi aggiunge: «Gli effetti della legge Fornero, incidono negativamente anche sui lavori usuranti ed ecco perché su questo aspetto occorre intervenire con urgenza. Qualcuno dice che quel provvedimento ha salvato l’Italia… Sarà, ma di certo non ha salvato gli italiani e in particolare i lavoratori, i giovani e i pensionati. Hanno fatto cassa sulle loro spalle».

 

Nell’ambito della Quota 41 interviene, invece, il segretario generale della Cisl, – Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori – Annamaria Furlan, che durante la trasmissione “Coffee Break” su LA7 ha sottolineato la necessità di dare accesso al pensionamento dopo 41 anni di contributi versati. Successivamente, la Furlan non si è risparmiata in dichiarazioni, affermando che manca, tutt’ora, una proposta ufficiale del governo che tenga conto del fatto che alcuni lavori non possono essere svolti dopo i 65-70 anni poiché, specialmente nel settore dell’edilizia, il tasso di mortalità e di infortuni è alto, ed è quindi da prendere in seria considerazione una proposta che si occupi di ridurre questo genere di rischi.

 

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