“Voglio farmi suora”, in Spagna il (discusso) reality per prendere i voti

Nell’era della pura visibilità si va dal profano al sacro. In Spagna il reality diventa religioso: “Quiero ser monja” è il titolo del programma televisivo di intrattenimento del quale stiamo per parlare. La traduzione in italiano è: “Voglio farmi suora”. Cinque giovani donzelle maggiorenni vivono un dubbio amletico, quello di prendere i voti oppure no. Il reality va in onda sul canale spagnolo La Quatro e si configura come il Grande Fratello in versione mistica, il tutto “ispirato” (è davvero il caso di dirlo!) al format americano “The Sisterhood, becoming nuns”.

voglio farmi suora

Il tutto deve svolgersi in un tempo massimo di un mese e mezzo, trascorso in un convento con delle suore che hanno il compito di accompagnare spiritualmente le aspiranti novizie. Alla fine di questa sorta di “noviziato televisivo”, le giovani dovranno essere in grado di decidere se farsi suore o no. Finora sono andate in onda le prime due puntate, ma non sono mancate le polemiche. C’era da aspettarselo. Il reality religioso non è stato accolto “a pieni voti”.

Per quanto si possa essere religiosi o meno, credenti o miscredenti, bisogna ammettere che la vocazione è una scelta molto profonda.voglio farmi suora La spiritualità, il sentirsi ispirati in senso mistico, non sono sentimenti da prendere alla leggera. Forse a qualcuno verrà in mente una domanda: perché si passa con tutta questa nonchalance da “Casa Siffredi” a “Voglio farmi suora”? Non solo non esistono più le mezze stagioni, ma neppure le mezze misure! I latini, non a caso dicevano che “In medio stat virtus” (ossia: “la virtù sta nel mezzo”), ma a quanto pare, dietro l’apparente e scarna semplicità del proverbio, si nasconde una difficoltà oggettiva d’interpretazione e di rivisitazione in chiave attualizzante del suddetto concetto. Se da un lato si potrebbe perfino apprezzare l’intento ecumenico di divulgazione del messaggio divino, cercando di fare proselitismo tra i giovani, dall’altro è inevitabile che la religiosità esca contagiata dalle dinamiche televisive e alquanto impoverita.

voglio farmi suoraCosa direbbero i Martiri della Chiesa d’Africa, i Padri del deserto, gli stiliti, i dendriti, tutti gli asceti insomma, e poi ancora i benedettini, i francescani, le clarisse, i rigorosi trappisti, tutti gli Ordini pauperistici? Quando si prendono i voti, bisogna dimenticarsi di sé stessi, del proprio nome, si muore al mondo per rinascere in un’altra vita, sotto altre spoglie. Non c’è più spazio per il proprio ego, ma si vive in Dio, nel suo nome. Non c’è più alcuna traccia del passato terreno, ma si intravede all’orizzonte solo il barlume di una luce, quella divina. Non si cercano né onore né gloria, tantomeno la fama e il successo in tv, aberrazioni della nostra epoca. Sembra un controsenso insomma, questo reality pseudo-mistico, che si rivela da un lato un tentativo maldestro di cercare di avvicinarsi a Dio, dall’altro la consapevolezza di farlo attraverso un format televisivo che disegna nelle nostre menti un grande punto interrogativo. Resta da chiedersi cosa ne penserà Papa Francesco? Siamo curiosi di saperlo!

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