Al sarraj chiama: Italia interviene in Libia?
L’Italia interviene in Libia: è’ questa la notizia che oggi rimbalza sui rotocalchi di tutto lo stivale. Nella giornata di ieri si è tenuto ad Hannover un incontro tra Merkel, Renzi, Hollande, Obama e Cameron, sul tavolo prima di ogni altro tema ci sono stati Libia e immigrazione. La comunità internazionale attende da mesi un messaggio d’aiuto da parte di Fayez Al Sarraj, (personaggio a capo di un consiglio presidenziale messo in piedi dall’Onu per risolvere le grane di una disgregazione politica e sociale, creata nel 2011 da una strategia scellerata operata dall’occidente). Quel messaggio tanto atteso sembra essere arrivato: attraverso un comunicato il consiglio presidenziale Libico ha chiesto un aiuto alla comunità internazionale e ai paesi africani confinanti per difendere i pozzi petroliferi minacciati dallo Stato Islamico. Una richiesta però giuridicamente irrilevante: affinchè un contingente militare possa fare il suo ingresso nello stato nordafricano è necessaria una richiesta formale alle Nazioni Unite e una riunione del consiglio di sicurezza di quest’ultima.
Oggi tra le pagine del Corriere della Sera si legge che l’Italia sarebbe pronta ad inviare 900 uomini in Libia. I militari si occuperebbero, secondo lo stesso quotidiano, dell’addestramento di truppe governative Libiche e della protezione dei pozzi minacciati. In mattinata il Ministero della Difesa ha smentito categoricamente la notizia, definita «destituita di ogni fondamento». La Repubblica intanto rilancia, affermando (grazie a fonti certe della difesa) che il governo in una prima fase invierà un contingente di 250 uomini, impegnati nella difesa di organizzazioni internazionali ed Europee, per poi sicuramente schierare forze numericamente maggiori. Sembra dunque che i tempi siano ormai maturi per un nuovo intervento militare in Libia. La stagione calda (vedi fenomeni migratori) e gli attacchi dello Stato Islamico ai pozzi Libici ne sono la prova: l’Italia interviene in Libia.
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