Scandalo Panama Papers: spunta il nome di Barbara D’Urso

Nello scandalo Panama Papers, che coinvolge migliaia di società, persone potenti tra capi di Stato, di Governo e Sovrani, ci sono anche nomi illustri italiani. Infatti, si allunga la lista degli italiani famosi nell’archivio dei Panama Papers. Tra i nostri connazionali, nell’archivio dello studio legale Mossack Fonseca, spunta anche il nome di Barbara D’Urso. Come ha riportato l’Espresso, Maria Carmela D’Urso, nome all’anagrafe della popolare presentatrice televisiva, risulta essere “director”, cioè amministratrice, della società Melrose street ltd, registrata nel 2006 alle isole Seychelles. Da agosto 2012 i documenti contabili di Melrose Street ltd sono stati conservati presso il domicilio della presentatrice televisiva. I file panamensi contengono una serie di documentazioni che associano alla padrona di casa del programma di Pomeriggio 5, di Mediaset, alla offshore delle Seychelles, un paradiso turistico ma anche fiscale.

Dopo quelle di Torino e Milano, anche la Procura di Roma intende muoversi sulla vicenda dello scandalo Panama Papers. I pm, infatti, stanno seguendo l’evolversi del caso che coinvolgerebbero anche cittadini italiani e in queste ore si sta valutando la possibilità di aprire un fascicolo di indagine. A breve potrebbero essere avviati accertamenti con l’affidamento di una delega alla Guardia di Finanza.

I legali della presentatrice televisiva parlano di “informazioni lacunose“, perché la società “è stata aperta ai fini di un’operazione immobiliare che la signora D’Urso intendeva compiere in Costa Azzurra”. La nota dei legali della D’Urso prosegue: “poiché l’operazione non è giunta a buon fine la società è stata chiusa”.

Nel resto del mondo lo scandalo Panama Papers continua a scuotere i palazzi del potere. La polizia svizzera ha perquisito anche gli uffici della Uefa a Nyon, nell’ambito del presunto coinvolgimento dell’attuale presidente della Fifa, ed ex segretario generale dell’Uefa, Gianni Infantino. La Uefa, in una nota, ha confermato la perquisizione ed ha aggiunto di aver “fornito alla polizia federale tutti i documenti pertinenti in nostro possesso e di aver cooperato pienamente con le autorità”.

 

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