Regeni, una e mail anonima svela i nomi dei colpevoli

A due mesi dalla morte del giovane ricercatore italiano spunta una mail anonima su Regeni destinata a far discutere. Il messaggio, indirizzato a Repubblica da un account mail yahoo, ricostruisce quel che accadde a Giulio tra il 25 gennaio e il 3 febbraio scorsi e punta il dito contro gli apparati di sicurezza egiziani, la polizia di Giza, il Ministero dell’Interno e lo stesso Presidente Al Sisi. L’anonimo, che scrive in inglese e arabo, si dice della polizia segreta egiziana. Gli ambienti giudiziari di Roma hanno comunque sottolineato che la mail «non ha nessuna rilevanza giudiziaria» e contiene inoltre una «molteplicità di imprecisioni nella ricostruzione dei fatti e soprattutto in riferimento agli esami autoptici».

C’è però un aspetto inquietante nella mail anonima su Regeni. Secondo quanto scrive Repubblica, l’anonimo mittente è in grado di svelare almeno tre particolari delle torture inflitte a Giulio che non sono stati mai resi pubblici e sarebbero noti solamente agli investigatori italiani che si occupano del caso. Secondo il quotidiano italiano, insomma, chi scrive sa qualcosa che possono conoscere solo gli aguzzini del ricercatore, o chi fu testimone delle torture inflittegli. La mail anonima su Regeni non risparmia nemmeno di fare i nomi dei colpevoli: si legge che “L’ordine di sequestrare Giulio Regeni è stato impartito dal generale Khaled Shalabi, capo della Polizia criminale e del Dipartimento investigativo di Giza”, ufficiale che ha alle spalle una condanna per torture e lo stesso che a seguito del ritrovamento del cadavere avanzò le fantasiose ipotesi di un delitto a sfondo omosessuale e dell’incidente stradale.

La mail anonima su Regeni contiene poi particolari raccapriccianti sulle torture inflitte al giovane ricercatore friulano, che pure continuò a non rivelare nessuna informazione utile ai suoi carnefici. E’ a questo punto, secondo l’anonimo, che il ministro dell’Interno si rivolge al consigliere del Presidente egiziano, che a sua volta informa Al Sisi e organizza il trasferimento di Giulio nella sede dei Servizi segreti militari, affinché interrogatori e torture continuino. Dopo la morte del giovane – continua l’anonimo – farà seguito una riunione tra Al Sisi, il ministro dell’Interno, i capi dei due Servizi segreti, il capo di gabinetto della Presidenza e la consigliera per la sicurezza nazionale Fayza Abu al Naja per decidere sulla versione pubblica da fornire. Il corpo di Giulio viene così abbandonato sul ciglio di una strada, la parte inferiore denudata per far sembrare il caso un delitto a sfondo sessuale. Ci sono comunque forti dubbi sull’autenticità della mail anonima su Regeni, il cui testo sembra quasi identico a quello pubblicato il 6 febbraio 2016 su Facebook da un ex poliziotto egiziano della sicurezza di Stato che vive in America, Omar Afify. Quest’ultimo, interpellato dal Corriere della Sera, ha però negato di essere la fonte anonima di Repubblica.

 

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