Il segreto dei segreti: il successo de “Il Segreto”
Il Segreto è indiscutibilmente uno dei maggiori successi della tv generalista. Il successo de Il Segreto è indiscutibilmente uno dei più grandi misteri dell’umanità al pari della scomparsa di Atlantide. Come un prodotto talmente scadente e poco credibile riesca ad ipnotizzare milioni di occhi e lenti bifocali sul piccolo schermo ha aperto nuove frontiere all’indagine paranormale. Questo accorato articolo non vuole essere una complicata analisi accademica de Il Segreto: applicare i principi di Popper ad una produzione che potrebbe tranquillamente essere trasmessa anche dentro una lavastoviglie è fuori luogo ed offensivo. Questa vuole essere una visione della seguitissima soap spagnola fatta con gli occhi di chi non la segue ma la subisce: i figli delle telespettatrici de Il Segreto.
Primo rompicapo: la programmazione. Cercare di capire quando la serie prodotta dalla Boomerang TV venga mandata in onda è un arcano. Passando davanti alla camera di vostra madre la potreste trovare, ad ogni ora del giorno, ad osservare attonita le oscure trame di Donna Francisca Montenegro vedova Castro e Castro… e non solo di pomeriggio. La sera, in un giorno più o meno imprecisato della settimana, colei che vi ha generato attenderà trepidante quello che lo spot di Canale 5 spaccia con tracotanza come un “evento”, incomprensibile quanto fantomatica definizione di una qualsivoglia puntata sparata in prima serata per cercare di arginare lo share dei programmi della concorrenza.
Secondo rompicapo: i dialoghi. Se siete ad una distanza tale da udire distintamente le battute che si scambiano gli improbabili protagonisti de Il Segreto, rimarrete sbigottiti di come donne laureate in Lettere Antiche possano appassionarsi a dialoghi tipo: “Orsù… quella misera mucca produceva molto latte, abbatterla è stata una disdetta, ma ora entriamo in casa e festeggiamo con vino e formaggio”. Ma perché è necessario festeggiare una disdetta? Che senso ha? Ma siete masochisti? E soprattutto, se ora avrete meno latte, perché sprecare del buon formaggio per festeggiare la morte del misero bovino?
Terzo rompicapo: il miracolo della nascita. Uno dei momenti topici della serie fu la morte di parto di Pepa, storica protagonista delle vicende della prima stagione. “Chiamiamola Aurora, portala subito in paese…”, queste le sue ultime parole prima che il marito ne constatasse la dipartita dopo la nascita della primogenita. Ma miracolosamente siamo venuti da poco a conoscenza che l’eroina interpretata da Megan Montaner (che sta cercando disperatamente di scrollarsi di dosso l’imbarazzante personaggio) è riuscita a dare alla luce un altro figlio dopo la sua morte e pare che anche stavolta Pepa sia deceduta dando alla luce la sua progenie. Altro che The Walking Dead, a Ponte Viejo ci si riproduce dopo la morte.
Quarto rompicapo: l’inevitabile scorrere del tempo. Potrà capitarvi che nel momento in cui andate a ricordare a vostra madre di prendere la pillola della pressione incappiate in un fitto dialogo (il più delle volte privo di alcun senso compiuto) tra Donna Francisca Montenegro vedova Castro e Castro e Pedro Miranar (il sindaco la cui famiglia rappresenta la vena comica della soap). Dopo qualche giorno, prendendovi nuovamente cura della tenera genitrice, vi potreste rendere conto che, mentre oramai l’uomo è vecchio e malandato, Donna Francisca si sta recando nel bosco da sola, impavida, aiutandosi con un bastone, per scontrarsi faccia a faccia con gli anarchici annidati tra le fronde. Per lei, e per altri fortunati, il tempo non scorre mai: essi probabilmente hanno scoperto una magica fonte dell’ immortalità in quel di Ponte Viejo. Quindi rimarrete sbigottiti di come i suoi figli siano morti, i suoi nipoti oramai cresciuti l’abbiano resa bisnonna, ma lei e il mondo intorno a lei siano immutabili.
Dinanzi a tali insoluti enigmi vi starete preoccupando dello stato mentale di vostra madre, che ride con Hipolito, litiga con Tristan, maledice la perfidia di Donna Francisca e piange ancora per la triste sorte di Pepa. In realtà una trama così banale supportata da una sceneggiatura inconsistente che si svolge in un’ambientazione irreale, la fanno muovere in un labirinto che la sua mente riesce ancora a seguire, una mente rimasta bambina che non vuole guardare il mondo con occhi diversi da quelli con cui vi ha guardato crescere e che ha ancora la lucidità di azzerare il volume dell’Isola dei Famosi (che precede Il Segreto) e spegnere la tv all’inizio di Pomeriggio 5. Perché si possono pure seguire le vicende di Angustia e Calvario, ma la d’Urso è davvero troppo.