Mutui, esproprio forzato dopo 18 rate non pagate

Alla Camera la Commissione delle Finanze ha espresso il suo parere riguardo al decreto in fieri sulla direttiva dei mutui nel quale si fa espressamente richiesta che, dopo sole 18 rate non pagate, la casa acquistata con i risparmi e i sacrifici di una vita, possa essere espropriata di diritto dallo Stato e andare direttamente alla banca, senza passare per il Tribunale. Alcune Riforme attuate dall’attuale Governo, lo rendono sempre più impopolare, esprimendo con forza tutto il loro carattere di antisocialità. In uno Stato Sociale, al servizio del popolo, le cose andrebbero diversamente. “L’uomo è nato libero, ma dovunque è in catene”, così l’illuminista Jean-Jacques Rousseau, nel Contratto Sociale, descriveva il ruolo degli uomini nello Stato, il rapporto dei singoli nei confronti della collettività, il fatto che i governanti, voluti ed eletti legalmente dalla maggioranza, avessero dovuto lavorare al servizio dello Stato e mai contro di esso, onorando i principi fondamentali della democrazia, intesa come governo del popolo e per il popolo. Inoltre, tra i fondamenti del pensiero dell’illuminista, “lo Stato trova l’uomo libero, e non deve farne uno schiavo al servizio della legge”. In uno Stato Sociale i diritti inalienabili dell’uomo sono il lavoro, il pane, la casa, l’istruzione. Questa premessa è necessaria per comprendere appieno il carattere di antisocialità della suddetta riforma dei mutui, che porta lo Stato ad emanare decreti assolutamente antisociali, a svantaggio dei cittadini, che sono ridotti sempre di più alla miseria e alla fame. Non solo senza lavoro, ma anche senza casa. Il testo è stato messo a punto da Giovanni Sanga (Pd), e dai partiti di maggioranza. Hanno votato contro la Sinistra italiana, il Movimento 5 stelle e la Lega. Il Movimento 5 stelle ha detto che “Il dibattito sull’attuazione del decreto Ue sui mutui è stato inesistente, imposto in maniera dittatoriale, senza alcuna possibilità di replica”.

 

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