Job Act, Bail In, esproprio della casa. Renzi impoverisce gli italiani
Job Act, Bail In, esproprio della casa, il governo Renzi ci ha abituato a colpi di magia che pochi altri governi sono riusciti a fare. L’inverosimile è che da quando Piermatteo è al governo non una sola legge, non un solo emendamento, non un solo decreto legge è a favore dei cittadini. L’inverosimile è che i sindacati, nonostante il continuo ciarlare, ad oggi, non sono riusciti ad essere compatti e a scendere in piazza come ci avevano abituato negli anni 80.
L’inverosimile è che questo governo si chiama PD e, se la memoria non mi inganna, dovrebbe essere un governo di sinistra. Ma andiamo per ordine:
– il Job Act tanto acclamato dalle forze politiche altro non è che uno strumento a favore delle imprese e un ulteriore modo per tenere i lavoratori sotto scacco. Il lavoro stabile non esiste più, le “tutele crescenti” sono una truffa mediatica perché altro non significheranno, tra poco tempo, nessuna tutela per nessuno se non un’elemosina come indennizzo per aver perso il lavoro (ma si chiama flessibilità). Al riguardo, in tempi non sospetti, abbiamo già contestato il provvedimento sull’articolo su art 18. I poco illuminati contesteranno con “dati alla mano” (forniti dal governo ovviamente) che, grazie al job act si le aziende hanno ricominciato ad assumere ma, l’effetto lo vedremo tra tre anni, una volta passata l’agevolazione fiscale. Tutti quei lavoratori saranno di nuovo a spasso.
– Bail-in uno strumento in mano alle banche per investire i nostri soldi senza avere il rischio di perdita (per le banche ovviamente). Poichè lo Stato, per ordine dell’UE, – cui sono invisi gli aiuti di stato -, non può più salvare le banche, gli Istituti di Credito potranno attingere sui conti correnti dei risparmiatori (si, hanno risposto i politicanti, ma solo su quelli superiori a 100.000 euro, come se questo fosse una scusante). Anche qui abbiamo ampiamente contestato l’appecoronamento dello stato italiano
Ora l’esproprio della casa di proprietà con la proposta si cancellazione dell’articolo 2744 del codice civile che, in un rapporto obbligatorio, tutela la parte più debole (i cittadini, appunto).
Passa insistente il messaggio che è fortunato chi, sottopagato, un lavoro ce l’ha, passa insistente il messaggio che è fortunato chi, pur soffrendo, può pagare un affitto, passa insistente il messaggio che è fortunato chi, magari per aver ricevuto la liquidazione o aver venduto la seconda casa al mare che non può più mantenere, può permettersi dei risparmi in banca.
La verità è che tutti, e dico tutti i governi che da 30 anni a questa parte si sono succeduti sullo scranno del potere, hanno contribuito a lobotomizzare gli italiani, ormai incapaci di contestare veementemente anche i più beceri dei provvedimenti.
Le fondamenta della nostra società sono basate proprio sul lavoro (tutelato costituzionalmente) sulla proprietà privata e sul risparmio. L’articolo 1 della Costituzione così recita: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Ma non è tutto, i nostri padri costituenti hanno pensato di rafforzare il concetto del lavoro anche all’articolo 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Mai articoli della Costituzione sono risultati più desueti nella loro applicazione ed ora, tutto questo viene spazzato via da questi politicanti cialtroni con la connivenza dei sindacati, nel silenzio della società civile e con l’obnubilamento degli italiani troppo occupati a fare il tifo per la finalista di master chef.
Twitter: @GianluGaeta
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