Boniek: “Roma molto valida, su Totti ha sbagliato la Società”

A Roma – Fiorentina un occhio attento non sarà sfuggita la presenza all’Olimpico di Zibì Boniek, che da Roma mancava da qualche tempo. A Te la do io Tokyo, allora, in onda sui 101.5 FM di Radio Centro Suono Sport, lo abbiamo raggiunto telefonicamente, per raccogliere le sue impressioni sull’evoluzione del gioco GialloRosso e sulle questioni più ampie dell’attualità calcistica nazionale ed internazional

Che impressioni ha avuto vedendo la Roma di Luciano Spalletti?

Da un po’ di tempo non vedevo la Roma allo stadio, l’impressione è molto valida: passaggi corti, veloci, palla a terra…
Ha sicuramente contribuito una Fiorentina distratta e senza armi per contrastare i giallorossi, ma non si vincono 7 partite di fila per caso. Ho visto rigore e volontà. Rudiger, per esempio, che mi sembrava trovare problemi proprio a giocare a calcio, l’ho visto migliorato.

Quali sono i tratti dell’allenatore che maggiormente La colpiscono?

Spalletti ha molto carisma, ha personalità. Se deve dire una cosa la dice. Spesso oggi gli allenatori hanno paura di litigare con i giocatori. Poi, per vincere devi anche stare in squadre che hanno costruito i presupposti per vincere.
Per dire: un allenatore supervalutato che a me non piace è Benitez.
Un buon allenatore è quello che parla nello spogliatoio ma poi quando si vince lascia spazio alla squadra, agli attori principali, come il regista di un film che sa quanto vale.

Veniamo allora ai singoli giocatori. Iniziamo da El Shaarawy?

El Shaarawy sta facendo bene: già 3, 4 anni fa sembrava un fenomeno. Ma la scoperta per me è Perotti: è un giocatore che fa tantissimo, ha buona gamba, tecnica, la postura di uno che difficilmente si sposta, poi contrasta, avanza, suggerisce… non è un fuoriclasse ma è molto concreto, è quel tipo di giocatore che fa la squadra.

Lei ha sempre avuto ottime parole per Szczesny, anche quando tendeva ad avere qualche calo di concentrazione

Szczesny è bravo, intelligente, ha un carattere eccezionale, è una persona che fa gruppo, fa squadra, ride, scherza. Il suo futuro?
Mah, gli piace il tartufo.. il pesce… insomma, si è innamorato di questa città. Ma forse non si è ancora parlato di cosa succederà l’anno prossimo.

Qualche anno fa Lei aveva segnalato alla Roma un Lewandowsky che ancora doveva esplodere. Se oggi dovesse fare un nome?

Oggi abbiamo un giocatore Milik, 20 anni, un mancino… molto interessante.

L’ultima volta che abbiamo parlato con Lei – era ancora la Roma di Garcia – ci ha detto che Dzeko va considerato ormai “dall’altra parte della montagna”. Pensa che Spalletti possa essere in grado di risvegliare le sue doti sopite o il suo gioco, invece, così veloce e privo di punti di riferimento, estrometta il Bosniaco ancora di più?

Dzeko è un ottimo attaccante. Quando è venuto alla Roma, è venuto a chiudere la sua carriera, non è arrivato con gli occhi della tigre. Ma questo attacco leggero di Spalletti funziona molto: sarebbe più utile un Dzeko di qualche anno fa. Oggi è un giocatore che si sta spegnendo.

Il “caso Totti”

Totti ha fatto talmente tanto, ha così tanto cambiato la Roma da avere ragione. Spalletti, comunque, deve pensare alla squadra.
Lì ha sbagliato la Società, che doveva prendere un caffè con Totti e parlarci.
Se dovessi dare un suggerimento a Totti, gli direi “decidi se vuoi fare un altro anno, anche se sai che ti toccherebbe tanta panchina”.
Io forse gli consiglierei un anno tranquillo: famiglia, vita normale. E poi rientrare, imparare e fare il dirigente e l’ambasciatore.

Cosa pensa della nomina di Gianni Infantino alla Presidenza della FIFA e dell’introduzione della moviola in campo?

Infantino è una persona capace e non porta avanti propri interessi.
La moviola, invece, secondo me moltiplica le critiche e gli scontri violenti. Può togliere i dubbi in alcuni casi eclatanti ma non risolve.
In ogni caso si parla di sperimentazione, ancora non ne è stato ratificato l’utilizzo.
Ci sono falli per cui si crea ancor più confusione nella valutazione: una spinta, un gomito alto…
L’unica cosa che cambierei nel calcio è quando un giocatore cade per terra e gli altri buttano fuori la palla: lì ci vuole il giallo.
E’ una grandissima buffonata, è comportamento antisportivo.

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