Messi, quel calcio di rigore irrispettoso

Il Barcellona vince anche nell’ultimo impegno di campionato contro il Celta di Vigo con il punteggio tennistico di 6 -1. La partita comincia e si protrae in maniera inizialmente equilibrata quando, al vantaggio del Barcellona con una splendida punizione di Messi, il Celta Vigo rimette in discussione il risultato con un rigore di Guidetti. Sale in cattedra Messi e la partita torna ad essere a senso unico fino al 3-1 con il goal di Suarez, in lizza con Ronaldo per vincere il titolo di capo cannoniere della Liga.

Fin qui tutto regolare con il Barcellona mattatore e trita avversari come quasi sempre accade nella recente storia del calcio. La novità della giornata è l’insolito rigore battuto dalla “pulce” d’oro che, invece di tirare direttamente nello specchio della porta, appoggia di sinistro la palla per il compagno di squadra Suarez, che giungendo dalle retrovie, insacca di piatto destro. Questo gesto tecnico è più inusuale ma comunque consentito dalle regole, che chiaramente recitano che la massima punizione può essere calciata direttamente in porta o può, regolarmente, creare un’azione di gioco con passaggio in orizzontale, purché il calciatore che riceve il pallone parta al di là della linea che delimita l’area avversaria. Il calcio non è nuovo a questo tipo di esecuzione del penalty, visto che in passato altri campioni avevano cercato una soluzione alternativa. Il primo ad eseguire il “rigore a due”, il tap penalty inglese, fu Johann Cruyff che, dopo aver appoggiato la palla al compagno di squadra, fu lui stesso ad insaccare. Un altro esempio è quello di Pires ed Henry che nel 2005, durante la partita Arsenal Manchester City, tentarono il siparietto a due senza risultato visto che la palla calciata da Pires fu intercettata dal difensore avversario prima di giungere sui piedi di Henry. Il gesto tecnico però, in questo caso, non è un attestato di bravura ma quasi uno sberleffo all’avversario. Il calcio di rigore è la massima punizione calcistica, il momento più vicino al goal che si possa generare in una partita di calcio che tante memorabili pagine ha scritto nella storia di questa disciplina. Nello sport che più di tutti rappresenta il valore del gruppo e del gioco di squadra, si lascia che siano due uomini a battersi, sportivamente, per tutti gli altri, ovvero il fantasista (il più delle volte) e il portiere. E’ un gioco di nervi tesi e coraggio, dove la tecnica e la bravura lasciano spazio a freddezza, lucidità e concentrazione. Ecco perché gli interpreti dovrebbero rispettarsi, come accade il più delle volte, rilasciando e consegnando emozioni a se stessi e ai tifosi. Il gesto di Messi, campione osannato, è forse stato poco corretto nei confronti sia del portiere che  degli avversari tutti, per lo più fatto sul punteggio di 3-1, con risultato già abbondantemente acquisito.

Il “cucchiaio” di Totti, famoso gesto tecnico della semifinale vinta poi ai rigori dall’Italia negli europei di Belgio ed Olanda del 2000, per quanto beffardo  resta un momento di storico coraggio del campione romano, decisivo per il passaggio del turno. Dal fuoriclasse argentino, quattro volte pallone d’oro,  ci si sarebbe aspettato più rispetto per se stesso e per gli avversari; la definitiva  consacrazione della leggenda a volte, o quasi sempre, passa anche attraverso piccoli e simbolici gesti come questo.

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