Ezio Bosso, ospite della seconda serata del Festival di Sanremo, è tra i musicisti italiani più conosciuti al mondo. Questo grande pianista, compositore e direttore d’orchestra è considerato uno degli artisti più influenti e il suo enorme talento non è stato fermato dalla SLA, malattia che ha scoperto di avere nel 2011.

Bosso ha 44 anni e il suo perfetto “matrimonio” con i tasti del pianoforte è iniziato ben 40 anni fa, grazie ad una prozia pianista e al fratello musicista. Sin da subito ha dimostrato un talento naturale per le note, talento che lo ha portato a calcare i migliori palchi internazionali.

Il pubblico dell’Ariston lo ha accolto con un enorme applauso e sono scese alcune lacrime di commozione persino tra i membri dell’orchestra di Sanremo per le parole del pianista e il meraviglioso brano che ha eseguito: Following a bird. Bosso, nel corso del suo intervento, ha offerto diversi spunti di riflessione e ha paragonato la vita ad una serie di stanze, 12 per la precisione, facendo riferimento al suo album, che si intitola proprio The 12th room. “Nell’ultima stanza, che non è l’ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non vediamo, ma lì la ricordiamo e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi“; una grande fiducia nella vita nonostante la sua malattia. Il brano che ha magistralmente eseguito a Sanremo ha un significato altrettanto importante: perdere per imparare a seguire, perdere i pregiudizi e le paure. 

Ezio Bosso, non c’è dubbio, ha regalato un momento di arte, emozione e umanità al Festival di Sanremo.

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